Nel rapporto che l'organizzazione umanitaria ha presentato oggi nell'ambito della campagna "Illuminiamo il futuro" si parla di povertà educativa e i dati, rielaborati dalle statistiche Ocse-Pisa, danno un quadro desolante della situazione scolastica ed educativa dei minori.
Metà dei bambini italiani non ha stimoli culturali, non legge e non va nei musei. Uno su cinque poi ha gravi lacune in matemmatica e italiano e al Sud la situazione peggiora. Il 48,4% dei minori italiani tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro l'anno scorso, il 69,4% non ha visitato un sito archeologico e il 55,2% un museo, il 45,5% non ha svolto alcuna attività sportiva.
Quasi il 25% dei quindicenni è sotto la soglia minima di competenze in matematica e quasi 1 su 5 in lettura, percentuale che raggiunge rispettivamente il 36% e il 29% fra gli adolescenti che vivono in famiglie con un basso livello socio-economico e culturale: povertà economica e povertà educativa, infatti, si alimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione.
Le carenze educative cominciano già dai servizi per la prima infanzia: solo il 14% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare all'asilo nido o usufruire di servizi integrativi, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali, con punte estreme in Campania (84%), Sicilia (79%) e Calabria (78%).
"La povertà educativa non può essere un destino ineluttabile e non è accettabile che il futuro dei ragazzi sia determinato dalla loro provenienza sociale, geografica o di genere", sottolinea Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa Save the Children, facendo presente come la povertà economica si trasforma in povertà educativa. "I dati che emergono dalle nostre elaborazioni rivelano un fenomeno allarmante: in Italia, una parte troppo ampia degli adolescenti è priva di quelle competenze necessarie per crescere e farsi strada nella vita", sottolinea Valerio Neri, direttore Generale di Save the Children.
Al sud e nelle isole la situazione si aggrava. La percentuale di adolescenti privi di competenze minime in matematica e lettura raggiunge rispettivamente il 44,2% e il 42%, con un picco estremo in Calabria (46% e 37%).
Le ragazze e i ragazzi meridionali sono maggiormente svantaggiati sia in matematica che in lettura rispetto ai coetanei settentrionali: la percentuale delle ragazze che non raggiungono le competenze minime in matematica è del 32% al Sud, il doppio delle coetanee del Nord (16%) e la stessa differenza percentuale si riscontra per i maschi meridionali (28%) e i loro coetanei settentrionali (14%). Differenze di genere si osservano anche per le attività ricreative e culturali: il 51% delle minori tra i 6 e i 16 anni non ha fatto sport in modo continuativo contro il 40% dei maschi, mentre questi ultimi leggono meno, fanno poche attività culturali e navigano meno su Internet.
A completare il quadro desolante è anche la condizione delle strutture scolastiche. Secondo il rapporto infatti, metà delle scuole è inagibile; nello specifico, il 45% delle scuole è priva di un certificato di agibilità e/o abitabilità, il 54% degli edifici non è in regola con la normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche, configurando una condizione di pericolo dato che il 40% degli edifici si trova in zone a rischio sismico (la metà dei quali al Sud) e il 10% in aree a rischio idrogeologico.
In questo senso, le differenze regionali sono marcate: se in Toscana, Campania, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto il 70% o più dei ragazzi frequenta scuole inadeguate, la percentuale cala a quasi un terzo nella Provincia Autonoma di Trento e Bolzano e in Valle d'Aosta.
La qualità degli spazi fisici della scuola influenza - spiega il rapporto - notevolmente le capacità di apprendimento da parte degli alunni ma la situazione italiana appare critica: sui circa 33 mila edifici censiti in modo completo dall'anagrafe scolastica, il 50% è stato costruito prima del 1971, anno di entrata in vigore della normativa sul collaudo statico degli edifici.
La situazione di degrado in cui versa parte consistente dell'edilizia scolastica rappresenta un fattore essenziale della povertà educativa Italia, anche perché va a colpire soprattutto le fasce della popolazione minorile già di per se più svantaggiate.
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