Sono stanco di veder additare a modello di vita i miliardari che ostentano la loro ricchezza, i divi che vivono in ville favolose, le attrici che fanno matrimoni da sogno. Sono stanco di vedere in televisione giochi stupidi in cui si distribuiscono soldi, spettacoli per selezionare giovani che lasciano il lavoro e la scuola per sognare il successo nello spettacolo. Sono stanco di vedere programmi disgustosi su maschi e femmine, film in cui si spara dall'inizio alla fine e poi cucine e cuochi di ogni tipo, politici che parlano in modo arrogante come se loro soli possedessero il verbo.
Io non sto criticando il divertimento, lo svago o il dibattito politico. Io sto criticando una società che sembra dare valore solo al divertimento e allo svago, una società dove in un dibattito politico confuso viene acclamato chi dice una battuta e fatto tacere chi dice qualcosa di profondo. Ma mi si risponde che è la gente che preferisce questi show, è la gente che fa audience. E poi è cosi in tutto il mondo.
Certo, tutto questo è giusto e deve esserci, io non chiedo una tv parruccona. Ma una tv e una radio differenziate sì. Abbiamo centinaia di canali che, con il contributo pubblico, potrebbero portare l'alta cultura, la storia, la filosofia, la geografia, la grande letteratura, la grande arte, la grande scienza in tutte le case italiane. Nei nostri licei e nelle nostre università ci sono dei magnifici professori ignorati, malpagati, che fanno ai loro allievi lezioni stupende. E si è visto che risultati meravigliosi quando vengono chiamati per pochi minuti nel canale Storia! Negli anni Sessanta si è visto cosa è riuscito a fare il maestro Manzi con Non è mai troppo tardi. Tutto questo si può fare ancora ad altissimo livello, con una spesa che sarà sempre minima rispetto alle cifre astronomiche oggi sprecate. Se l'Italia vuole riprendersi, affermarsi e distinguersi nel mondo è questo che deve fare.
Non vi siete accorti che la grande letteratura, la grande filosofia, stanno morendo soffocate da questa discarica? Riaprite qualche spazio dove chi sa può parlare, ridate la voce agli studiosi seri che avete tenuto silenziosi fino ad oggi. Fate un passo indietro per consentire loro di apparire e di svolgere il loro compito educativo.
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