Rientrati gli italiani dall'inferno afghano

Il primo aereo partito da Kabul è arrivato a Roma. Al suo interno, ben 70 persone tra italiani ed interpreti afghani. Ma il ponte continuerà

Rientrati gli italiani dall'inferno afghano

L'aereo che l'Italia intera stava aspettando con il fiato sospeso è atterrato all'aeroporto di Fiumicino. Non sarà l'ultimo velivolo a percorrere la rotta che dall'Afghanistan conduce a Roma, ma intanto una parte delle persone interessate dai drammatici eventi di questa settimana può essere considerata in salvo.

Il ponte aereo, comunque, è destinato a perdurare, perché gli italiani e le persone che hanno collaborato con la nostra missione, quindi con la nostra Ambasciata, non sono ancora tutti nel Belpaese. Sul volo, peraltro, c'erano sì alcuni membri del corpo diplomatico, ma anche una ventina di afghani che sono stati evacuati. Gente che ha avuto a che fare con la nostra attività diplomatica in loco. L'orario di arrivo è stato quello delle 14,30, così com'era stato previsto dalle autorità preposte. Il velivolo, in totale, ha trasportato in patria 70 donne e uomini che rischiavano di rimanere intrappolati nell'inferno di Kabul.

Al momento, non si conosce il numero dei voli che dovranno essere predisposti durante i prossimi giorni. Quello che si sa è che il piano d'attuazione italiano prevede ulteriori viaggi d'emergenza. Sarà importante continuare a monitorare la situazione in modo che nessuno venga lasciato all'interno di un contesto tragico ed in evoluzione. Alla costituzione di un nuovo Emirato sembra ormai mancare davvero poco, con tutto quello che ne consegue per la sicurezza del nostro personale.

Adesso, come ripercorso dall'Agi, c'è la necessità di procedere attraverso tutti gli obblighi di sicurezza previsti. Tra le varie procedure che dovranno essere messe a punto propri in questi minuti, c'è anche quella che riguarda i tamponi per verificare l'eventuale presenza di persone positive sull'aereo che è appena atterrato al Terminal 5 di Fiumicino.

Intanto, stanno emergendo ulteriori elementi su quanto messo in campo dall'Italia. Stando a quanto ripercorso dall'Adnkronos, il viaggio in aereo rientra in una missione che è stata chiamata Aquila Omnia, che è nelle mani del Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi). Questo organo, ha al comando un Generale di Corpo d'Armata, ossia Luciano Portolano. Sono le forze e gli uomini che si stanno adoperando per portare nel Belpaese, nel minor tempo possibile, tutti gli italiani ed i collaboratori che hanno avuto a che fare con noi in vent'anni di presenza in Afghanistan.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è espresso poco fa, ricordando come sia necessario difendere gli afgani che hanno collaborato con noi nella loro nazione. Il premier ha ringraziato le forze armate, dopo l'atterraggio del volo che è riuscito e che è partito all'interno di un contesto davvero complesso. Stando a quanto ripercorso dall'agenzia Nova, l'ex presidente della Bce ha anche comunicato di essere "in continuo contatto" tanto con la Farnesina quanto con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. La nota che è stata inoltrata da Palazzo Chigi specifica come il governo sia "al lavoro con i partner europei per una soluzione della crisi, che tuteli i diritti umani, e in particolare quelli delle donne".

Tra le persone che sono arrivate nella capitale italiana, anche un medico che ha raccontato quale sia lo scenario attuale nella zona di mondo che le

settanta persone portate in salvo sono riuscite a lasciare. L'operatore sanitario ha raccontato di come i talebani siano all'opera per "cercare", peraltro "casa per casa", i "colleghi" di chi è riuscito ad arrivare a Roma.

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