Roma, il coraggio del carabiniere aggredito: "Ho fatto solo il mio dovere"

Il carabiniere ha subito un trauma cranico: era intervenuto per proteggere un tifoso tedesco. L'elogio dell'Arma

Roma, il coraggio del carabiniere aggredito: "Ho fatto solo il mio dovere"

"Ho fatto solo il mio dovere, ho estratto la pistola per tenere lontani gli aggressori". È scosso ma sicuro di sé il carabiniere suo malgrado diventato protagonista della cronaca romana e italiana. Giovedì sera stava provando a difendere due tifosi tedeschi aggrediti da un gruppo di incappucciati a Trastevere quando il "branco" gli si è rivoltato contro. Lo hanno minacciato, gli hanno lanciato contro cassonetti dell'immondizia. Una bottiglia lo ha colpito alla testa ferendolo e costringendolo a indietreggiare per cercare rinforzi.

Le immagini della follia capitolina hanno fatto il giro dei social network, indignato gli italiani e mosso la politica. Il ministro della Difesa Elisabetta Trentasi è schierata subito al fianco del militare elogiando il suo sangue freddo. Lo stesso ha fatto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, definendo "delinquenti e non tifosi" gli incappucciati autori delle minacce. E Giorgia Meloni ha inviato la sua solidarietà sperando che "gli assalitori vengano identificati e la paghino cara".

I fatti risalgono a giovedì sera dopo la partita tra Lazio e Eintracht Francoforte. Ora saranno le indagini a stabilire esattamente cosa sia successo e, soprattutto, identificare i responsabili. Dalle prime ricostruzioni si apprende che il carabiniere sarebbe intervenuto per "individuare i responsabili di un pestaggio", ma - ha spiegato la Trenta - "il branco, tutti armati di spranghe e bastoni, ha reagito violentemente". "Infame, vattene, tene devi annà...", lo hanno insultato gli assalitori prima di colpirlo alla testa. Il militare ha riportato un trauma cranico giudicato guaribile in 7 giorni.

Anche l'Arma dei Carabinieri ne ha difeso l'operato. "Sa di aver fatto solo il suo dovere. Ha estratto la pistola per tenere a distanza gli aggressori, ma ha fatto in modo di non sparare mantenendo fino all'ultimo, in condizioni molto difficili, il sangue freddo e la professionalità dovuti".

Complimenti sono arrivati anche dal comandante generale, Giovanni Nistri, che si trova in visita ai carabinieri impegnati a Baghdad:"Un carabiniere aggredito a sua volta, per essere intervenuto in difesa di persone sottoposte a un pestaggio, ha evitato di sparare pensando non solo all'incolumità delle vittime, ma pure a quella dei suoi aggressori".

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