I numeri non mentono. Le entrate per il canone Rai sono al di sotto di quelle del 2013: nel 2018 è di 1 miliardo 637 milioni. A dirlo è Fabrizio Salini, amministratore delegato di viale Mazzini, in audizione in commissione di Vigilanza. Salini sottolinea che "nessuna risorsa aggiuntiva" c’è stata per la Rai attraverso l’inserimento del canone in bolletta elettrica, "alla Rai arriva 1 euro su 2 di quelli recuperati all’evasione". Poi "viene tolto un 5% forfettario tra tasse, concessioni e Iva". E quindi "lascia altri 150 milioni di euro. Di fatto l’extra gettito non esiste".
L'ad della Rai poi mette in guardia i parlamentari. "Se dovesse avvenire" un'altra riduzione delle risorse alla Rai, ad esempio attraverso emendamenti alla manovra che propongono di prelevare ancora un 10% del canone da destinare al Fondo per il pluralismo, "dovremmo sederci tutti e rivedere il contratto di servizio e anche la fattibilità del Piano industriale".
Salini si è soffermato anche su tema da sempre spinoso in seno alla Rai. "Sul pluralismo, l’autonomia di ogni singolo programma Rai va rispettata, quando ovviamente non travalica i modi di fare informazione. Possiamo fare di più? Probabilmente sì. Gli appelli, soprattutto per quanto riguarda l’equilibrio e la partecipazione equilibrata di tutti gli esponenti politici, è un tema su cui stiamo lavorando e su cui c’è un invito continuo alle strutture, alle direzioni di testata e di rete. Non lo seguono? Dipende sempre da che parte la si vede".
Un altro tema affrontato in Vigilanza è quello del tetto ai compensi. "Per me è molto difficile parlare di tetto ai compensi - ha detto Salini - però visto che l’ho detto anche pubblicamente, credo che a partire dalla prossima consiliatura, oppure dal prossimo amministratore delegato, sia un tema che vada assolutamente riaffrontato".
Salini respinge l'accusa di conflitto di interesse, in riferimento alle interrogazioni fatte da Capitanio e dai parlamentari della Lega: "Ci tengo a dire che io vengo dal mercato. Ho svolto attività professionale per gruppi come Fox, Sky, Discovery e anche, in ultimo, Stand by me.
Credo che parlare di conflitto di interesse sia sconveniente, non tanto nei miei confronti - anche se si ledono la mia onorabilità e la mia professionalità - ma per la Rai. Il conflitto di interesse rappresenterebbe un grosso problema per la Rai. Avere un ad in odore di conflitto di interesse sarebbe un problema per la Rai".
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