Il saluto romano del prete ​"cappellano dei camerati"

Il saluto romano del parroco del cimitero di Campo X a Milano durante la commemorazione della morte di Salvatore Umberto Vivirito

Il saluto romano del prete ​"cappellano dei camerati"

Don Amendola, presente! Deve essere suonato più o meno così il saluto romano che don Orlando Amendola, cappellano del Campo X del Cimitero Maggiore di Milano, ha realizzato durante la commemorazione di Umberto Vivirito, militante di Avanguardia Nazonale morto nel 1977.

Come ogni anno gli avanguardisti si sono ritrovati al cimitero meneghino per commemorare il "camerata" caduto. E come sempre non sono mancate lo polemiche. "Per il camerata Umberto Vivirito...presente!", si è sentito risuonare dalle voci dei presenti. A celebrare la messa c'era don Orlando Amendola, che di lavoro fa il cappellano in quel cimitero già finito al centro delle polemiche dopo che lo scorso29 aprile i neofascisti si ritrovarono per commemorare i morti della Rsi salutando i morti della Repubblica di Salò con un vistoso saluto romano (nonostante i divieti del Prefetto). Ecco. Il 20 maggio scorso, dopo la messa, di fronte alla tomba di Vivirito, don Amendala - secondo quanto scrive Repubblica - "ricorda il camerata rapinatore sottolineandone le qualità di 'eroe della solidarietà', il 'coraggio di combattente', l’ostinazione nel 'battersi quando vedeva l’ideale umano oltraggiato'".

Salvatore Umberto Vivirito morì a soli 22 anni per colpa di una ferita da arma da fuoco rimediata dopo aver ucciso e rapinato un gioielliere di piazza Udine.

Al tempo Avanguardia Nazionale era già stata sciolta dal decreto del Ministero dell'Interno del 1976, ma alcune frange risorsero per continuare l'azione eversiva. Il gioielliere Ernesto Bernini morì sul colpo, ma moglie rimase gravemente ferita e Vivirito spirò il giorno successivo in ospedale. La rapina avrebbe dovuto finanziare una operazione di un gruppo neofascista nel 1977.

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