Così gli stranieri hanno conquistato le case popolari

I cittadini stranieri ottengono gran parte degli alloggi. Ora molti Comuni corrono ai ripari per arginare il fenomeno: correttivi ai meccanismi per avanzare nelle graduatorie

Così gli stranieri hanno conquistato le case popolari

Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha descritto quello di San Basilio come “un episodio vergognoso che offende la città e suoi cittadini". Così, la prima cittadina grillina ha, infatti, giudicato i fatti andati in scena ieri, a Roma, dove, ad una famiglia di origine marocchina, è stato impedito di accedere alla casa popolare regolarmente assegnatagli in uno stabile di via Filottrano, alla periferia Est di Roma, occupata abusivamente da due persone. Ma oltre la polemica sui toni che hanno caratterizzato la vicenda, rimane il problema dell’emergenza abitativa per molti cittadini italiani. E in questo contesto, il problema dell’assegnazione di molti alloggi popolari agli stranieri, conta sempre di più, in un Paese in cui, come testimoniano i dati appena pubblicati dall’Istat, oltre un italiano su 4 è a rischio povertà assoluta. Quest’anno, alcune delle più importanti città d’Italia, infatti, apporteranno dei correttivi ai requisiti per ottenere l’assegnazione di un alloggio popolare, proprio per limitare l’accesso della popolazione straniera che, in proporzione, spesso è facilitata nella scalata alle graduatorie per l'assegnazione. Con redditi più bassi e famiglie più numerose, infatti, gli stranieri, in questi anni, sono stati naturalmente avvantaggiati.

Milano

Nel capoluogo lombardo ad esempio, nel 2012, su 1190 case popolari, quasi la metà, ovvero 455, sono state assegnate a cittadini stranieri. Stessa situazione l’anno dopo, nel 2013, quando ai cittadini extracomunitari furono destinate oltre il 40% delle 800 case popolari assegnate quell’anno dal Comune. Un dato sproporzionato, visto che, all’epoca, la popolazione straniera, in una città di quasi un milione e mezzo di abitanti, era di circa 250mila persone. Per questo, nel 2015, la giunta Maroni propose di innalzare a 10 gli anni di residenza nella Regione Lombardia, come uno dei criteri per l’assegnazione delle case popolari, che poi fu abbassata a 5 anni, nella legge di riforma dell’erogazione del servizio abitativo, approvata nel 2015 dalla Regione Lombardia. Ora, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Aler, il 34% degli inquilini delle case popolari di Milano sono stranieri.

Bologna

Nella città della Torre degli Asinelli, il 2014 è stato l’anno della svolta, come riporta Il Resto del Carlino, con il 51% degli alloggi Acer assegnati a cittadini stranieri. A Bologna nel 2014, infatti, più della metà degli appartamenti consegnati dall’Azienda Casa Emilia Romagna, 169 su 330, sono stati destinati ad extracomunitari. Gli stranieri risultano primi anche nelle domande per gli alloggi di edilizia popolare. Come riporta lo stesso quotidiano, infatti, citando i dati dell’Acer, nell’anno 2014 sono arrivate 3.686 richieste da parte di cittadini stranieri extra Ue e 3.189 da parte di cittadini italiani. La tendenza degli ultimi anni, anche nel capoluogo Emiliano, è quella di mettere stranieri ed italiani sullo stesso piano nell’accesso alle case popolari.

Torino

A luglio di quest’anno Repubblica riportava come, in dieci anni, a Torino, il numero di case popolari consegnate agli extracomunitari, fosse triplicato. Nel 2004, infatti, secondo i dati citati dal quotidiano, le case assegnate agli stranieri furono 64 su 646, mentre nel 2014, sono state il 40%. Anche qui, a pesare, sono i requisiti per avanzare in graduatoria. Vengono prima, infatti, le famiglie con più figli, che oggi sono perlopiù straniere. Un problema, questo, che è stato riconosciuto anche a sinistra, dall’ex sindaco del Pd, Piero Fassino, che ne aveva fatto addirittura un argomento nella scorsa campagna elettorale. I numeri delle assegnazioni sono infatti sproporzionati rispetto alle percentuali della popolazione straniera in città, che pesa per il 14-15%, e che vede assegnarsi, il 40% degli alloggi. Per questo nel 2017, come riporta La Stampa, la Regione Piemonte ha messo in cantiere una delibera con cui si inizierà anche la revisione dei criteri di assegnazione degli alloggi, “approfondendo il tema delle famiglie straniere”.

Firenze

Regole più dure per limitare l’accesso degli stranieri alle case popolari sono state introdotte anche nel bando per l’assegnazione delle case popolari che si è chiuso a fine novembre, a Firenze. Gli stranieri che presentano domanda per ottenere un alloggio popolare nel capoluogo toscano sono circa il 43%, con una percentuale di assegnazione di circa il 10%. Per limitare il fenomeno, nel nuovo bando compare quindi l’obbligo per i cittadini stranieri di dimostrare legalmente di non essere proprietari di immobili nel proprio Paese od in Italia, mentre prima era sufficiente soltanto presentare l’autocertificazione. Priorità per ottenere le chiavi, infine, riporta la stampa locale, sarà data a chi risiede stabilmente in Toscana da almeno cinque anni, agli anziani e alle famiglie con disabili.

La Capitale, infine, da anni è in stato di emergenza abitativa.

L’offerta di alloggi da parte dell’Ater non riesce a far fronte alla situazione attuale e occupazioni come quella della casa destinata alla famiglia dell’operaio marocchino, più che rientrare, come è stato ipotizzato da qualcuno, nelle logiche del “mercato nero” delle case popolari, sembra scaturire dallo stato di estrema necessità in cui versano alcune famiglie romane. L’uomo, che occupa abusivamente l’appartamento assegnato legalmente alla famiglia marocchina, prima aveva vissuto, infatti, per tre anni in una roulotte.

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