San Raffaele, Daccò condannato in appello a 9 anni

In primo grado la pena era di 10 anni. Fissata provisionale di 5 milioni alla Fondazione Monte Tabor

San Raffaele, Daccò condannato in appello a 9 anni

Nove anni di reclusione: è la sentenza del processo d’appello per il dissesto finanziario del San Raffaele emessa dal Tribunale di Milano nei confronti di Pierangelo Daccò, che in primo grado (con rito abbreviato) aveva ricevuto una pena a dieci anni.

Nel condannare Daccò a nove anni, uno in meno rispetto al processo di primo grado, i giudici hanno escluso - come aveva chiesto il pg Piero De Petris - l’aggravante della transnazionalità contestata in relazione all’accusa di associazione per delinquere.

La corte inoltre ha confermato il versamento da parte del faccendiere di una provvisionale (immediatamente esecutiva) di 5 milioni di euro alla Fondazione Monte Tabor del San Raffaele e al commissario giudiziario della stessa Fondazione in concordato preventivo.

Daccò, in aula al momento della lettura del dispositivo, a chi gli ha chiesto un commento non ha detto nulla. I suoi legali, invece, hanno annunciato il ricorso in Cassazione.

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