Un centinaio di partite iva, in rappresentanza di una ventina di categorie, tra imprenditori, esercenti e artigiani, ha celebrato in serata il funerale delle imprese italiane, a Sanremo, in provincia di Imperia. Un gesto di grande disperazione, ma soprattutto di rabbia contro il governo Conte accusato di aver fatto soltanto false promesse, lasciando sul lastrico milioni di italiani. I manifestanti si sono incontrati, alle 20, in piazza del mercato, di fronte alla torre Saracena, uno dei simboli di Sanremo, ma soprattutto a pochi metri dagli uffici dell'Inps, l'ente finito nella bufera durante il periodo di quarantena.
Un corteo con tanto di marcia funebre si è diretto sotto il mercato ortofrutticolo, dove i manifestanti hanno steso uno striscione riproducente il tricolore e con la scritta "Movimento Imprese Italiane", il comitato organizzatore della protesta. Come in un funerale che si rispetti, è stata anche recitata l'omelia, naturalmente in chiave profana. Successivamente si sono alternati sul palco alcuni gli organizzatori, che hanno espresso il proprio sdegno contro Conte e la politica del governo.
"Il 30 maggio occupiamo Roma manu militari e non ce ne andiamo, fintanto il governo non si dimette. Si devono dimettere: Presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica", ha urlato Nicola Franzoni, imprenditore toscano salito alla ribalta delle cronache con le dirette Facebook contro il sistema. Un grido che ha gelato la piazza. Ha poi attaccato i partiti, accostandoli alla mafia e accusandoli di aver provocato il disastro economico in Italia.
"Non c'è un euro nelle case dello Stato - ha detto Franzoni -. I 950 miliardi nel bazooka di quel demente del Presidente del Consiglio non sono realtà, sono promesse. C’è della gente alla fame, bastardi. L’altra notte ho parlato con una negoziante di Trapani che si voleva suicidare, questa è l’Italia di Conte”.
Bordate a destra e a sinistra, senza esclusione di colpi, e sotto accusa finisce tutta la politica italiana. "Basta con sta parola assembramento - ha replicato Maurizio Pinto, uno degli organizzatori -. La movida che viene dalla Spagna e dalla fine della dittatura di Franco, non vuole dire essere delinquentu. La movida fa lavorare i nostri bar, i ristoranti, i negozi e il turismo".
Ed ha aggiunto: "Basta terrorismo psicologico, basta con i virologi: non sono star televisive, devono andare negli ospedali, perché è lì che devono lavorare, non nei salotti di Barbara D'Urso". Ciascun manifestante ha mostrato un cartello funebre con su indicata la categoria.
C'erano gli agenti di viaggio, ma anche i baristi, gli istruttori di body building, i negozianti di abbigliamento e la lista potrebbe ancora continuare. La protesta non è terminata. I manifestanti hanno annunciato altre azioni, in mancanza di garanzie e sostegno economico da parte del governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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