Sarno, inneggiava all’Isis e minacciava i politici: “Lady Jihad” a giudizio

La donna era già stata arrestata un anno fa dopo essere stata trovata in possesso di un ordigno artigianale

Sarno, inneggiava all’Isis e minacciava i politici:  “Lady Jihad” a giudizio

La procura di Nocera Inferiore, dopo mesi di indagini, ha firmato la richiesta di giudizio immediato per Anna Maria Malfettone. La 45enne era stata arrestata il mese scorso perché autrice di scritte minatorie sulle mura di Sarno nei confronti dei politici locali e nazionali, delle forze dell’ordine e dei magistrati, nonché inneggianti alla Jihad.

Era arrivata anche a fissare una bandiera dell’Isis dinanzi agli uffici del Giudice di pace. Intanto celebrava lo Stato Islamico anche attraverso Facebook e custodiva in casa, e talvolta anche in borsa, degli ordigni artigianali. Tra le accuse avanzate contro di lei anche quella di atti persecutori verso una poliziotta, un maresciallo dei carabinieri di Sarno, che più volte fu seguita, pedinata e minacciata di morte.

In totale l’imputata dovrà rispondere di sette capi d'accusa: istigazione a delinquere, deturpamento di cose, resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata, diffamazione, oltraggio e stalking. L'attività di polizia giudiziaria e carabinieri copre un periodo di quasi due anni che va da maggio 2016 al mese di aprile di quest’anno.

Anna Maria Malfettone era stata arrestata una prima volta lo scorso anno, esattamente nella notte tra il 29 e il 30 marzo 2017. La donna, infatti, era stata trovata in possesso di un ordigno costruito in modo artigianale e pronto ad esplodere. L’esplosivo era costituito da un involucro di plastica di forma circolare, simile a un contenitore per bibite in lattina, con una miccia lunga circa 25 centimetri che fuoriusciva dallo zaino. L’ordigno era di quarta categoria, del tipo “tonante”, usato nella pirotecnia per produrre un’accensione dall’effetto devastante.

Con sé portava anche un manganello telescopico lungo 67 centimetri.

In quell’occasione la Malfettone era stata fermata dalle forze dell’ordine mentre si dirigeva a Piazza Marconi, punto centralissimo del piccolo comune salernitano nonché sede dei palazzi istituzionali.

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