"Sbagliato parlare di identità di genere nelle scuole". E in studio scoppia il caos

Rachele Ruiu mette in guardia sui rischi della transizione di genere. Ma la transgender Manila Gorio esplode

"Sbagliato parlare di identità di genere nelle scuole". E in studio scoppia il caos

Una delle tante preoccupazioni avanzate dalla sinistra sul nuovo governo guidato da Giorgia Meloni riguarda la sfera dei diritti civili. Il fronte rosso teme che la comunità Lgbt possa essere messa nel mirino dell'esecutivo, che a sua volta potrebbe porre in discussione le conquiste fatte negli ultimi anni. Il presidente del Consiglio si è già esposto in merito, rassicurando i sospetti della sinistra. Se ne è parlato ieri sera nell'ultima puntata di Non è l'arena su La7.

Sulla questione ha preso una netta posizione Rachele Ruiu, referente nazionale di Pro Vita e Famiglia Onlus, secondo cui non ci sarebbe alcun problema se si entrasse nelle scuole a sostenere l'accoglienza incondizionata di ciascuno. Invece ha sottolineato che sullo sfondo c'è una volontà che va in un'altra direzione: "Ad esempio proprio entrare nelle scuole sfruttando altro, come quello che voleva il ddl Zan, per raccontare l'identità di genere. Stanno tornando indietro tutti i Paesi che hanno iniziato questi processi".

Rachele Ruiu ritiene che i processi in questione siano ormai del tutto falliti: proprio per questo motivo ha chiesto di rivedere alcune convinzioni e propositi che potrebbero coinvolgere i più piccoli. Contro la sua tesi si è scagliata la transgender Manila Gorio che, alzando il tono della voce, ha voluto replicare: "Ma lei come parla? Ha provato sulla sua pelle? Lei sa cosa significa un percorso di identità di genere?".

La richiesta della referente nazionale di Pro Vita e Famiglia Onlus è quella di avere un atteggiamento di prudenza nei confronti dei ragazzi, visto che non mancano i rischi che potrebbe comportare una transizione: "La terapia ormonale, che io sto facendo per problemi oncologici, può creare sterilità". Anche su questo punto Manila Gorio ha risposto in maniera molto animata, restringendo però la discussione alla sua esperienza: "Io ho avuto la volontà e il coraggio di cambiare sesso. Sono contenta di averlo fatto perché ho abbandonato quel corpo in cui non mi ritrovavo. Non mi interessa quali sono i rischi".

Successivamente in studio l'attivista Lgbt Imma Battaglia ha difeso il diritto delle coppie omosessuali di baciarsi in luoghi pubblici, come ad esempio in metropolitana: "Anche io tante volte per strada do un bacio a Eva (Grimaldi, ndr). Sono felice di farlo e sono libera di farlo.

È questo il tema della società civile". Non si è mostrato d'accordo l'attore Leopoldo Mastelloni, che sostiene di mantenere nel privato episodi di intimità: "Civile vuol dire rispettare gli altri".

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