Sbarco di migranti a Pozzallo, presi i due scafisti

Niente cibo ai migranti e trattamento da veri carcerieri: colpisce la giovane età dei due scafisti arrestati dai poliziotti a Ragusa, uno di loro è anche minorenne

Sbarco di migranti a Pozzallo, presi i due scafisti

Niente mangiare durante le 60 ore di viaggio, solo un po’ di pane e formaggio prima della partenza da una spiaggia della cittadina libica di Garabulli: sono questi i racconti emersi dai migranti sbarcati venerdì a Pozzallo, dopo essere stati soccorsi dal rimorchiatore Asso25 a largo della Libia.

Le testimonianze in particolare sono raccolte dalla Squadra Mobile di Ragusa, che inizia gli interrogatori dei 62 migranti approdati venerdì per individuare gli scafisti. Una procedura collaudata e per la quale la questura e di Ragusa appare oramai ben attrezzata anche grazie ad un’esperienza di diversi anni.

Tra interpreti e psicologi, gli inquirenti provano sia a ricostruire la dinamica della traversata e sia, per l’appunto, a scovare gli scafisti. Sono gli stessi migranti ad indicare i responsabili di questo viaggio della speranza, dei veri e propri carcerieri per via delle condizioni fatte patire a chi si è imbarcato tre giorni fa dalla Libia.

Gli scafisti sono due e sono molto giovani: si tratta di un ragazzo di 21 anni ed un altro ancora minorenne, di appena 16 anni. Entrambi adesso risultano fermati: il maggiorenne, come riporta l’agenzia Italpress, si trova già da alcune ore all’interno del carcere di Ragusa, mentre lo scafista minorenne è a Catania a disposizione della Procura della Repubblica etnea presso il tribunale dei minorenni, all’interno di un centro d’accoglienza.

I 60 migranti soccorsi ed adesso in territorio italiano, dichiarano di aver pagato 1.500 Euro a testa per intraprendere la traversata. Le condizioni sono state proibitive sia durante l’attesa, che durante la traversata.

Come detto, i giovani scafisti carcerieri non distribuiscono cibo durante le 60 ore passate a bordo del barchino, sotto il cocente sole che in questi giorni scalda le acque del Mediterraneo. Prima ancora, in Libia le condizioni appaiono proibitive: molto probabilmente, il gruppo di migranti in questione si trova all’interno di uno dei centri sconosciuti (almeno sotto un profilo strettamente ufficiale) anche al governo libico e gestito dalle stesse organizzazioni criminali.

La località da cui parte il barcone, è quella di Garabulli: lo si evince anche dalla posizione in cui viene rintracciato il natante, a largo proprio della cittadina costiere ad est di Tripoli. Si tratta di una delle località che, specialmente dalla caduta di Gheddafi, rappresenta uno degli hub più importanti delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di esseri umani.

Le partenze dalla Libia appaiono aumentate dallo

scorso mese di maggio, a causa in primis dall’arrivo del bel tempo che facilita il compito agli scafisti. I numeri però, almeno per il momento, parlano pur sempre di una drastica diminuzione rispetto agli altri anni e sono ben lontani dai tempi delle emergenze.

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