Scandalo Vaticano, ora sequestrano Pc e documenti al monsignore

Nuove perquisizioni in Vaticano, dove si continua ad indagare sulle "operazioni finanziare sospette". Sequestrati Pc e documenti ad un monsignore

Scandalo Vaticano, ora sequestrano Pc e documenti al monsignore

A monsignor Alberto Perlasca, ex capo ufficio amministrativo del "ministero degli Esteri" del Vaticano, sono stati sequestrati alcuni documenti ed almeno un computer.

L'inchiesta interna alla Santa Sede, quella riguardante le "operazioni finanziarie sospette" che coinvolgerebbero alcuni uffici della segreteria di Stato, non è ancora terminata. Questa è la conseguenza logica che deriva dall'operazione di cui la stessa Sala Stampa ha dato notizia poco fa. Quella che è stata portata avanti nel corso della mattinata odierna. Papa Francesco, alla fine dello scorso novembre, si era detto soddisfatto di come la "pentola" fosse stata "scoperchiata" dall'interno delle mura leonine. Un intervento esterno, in questo caso, non è stato necessario. E Bergoglio lo ha rivendicato. Ma a questo punto è possibile che l'evoluzione delle indagini sia destinata a riservare ancora sorprese. Lo scandalo in questione, quello sul quale bisogna ancora fare luce, ha interessato anche il noto "palazzo di Londra". E le "operazioni finanziarie sospette" finite nel mirino degli inquirenti del Vaticano potrebbero avere come protagonista più di un alto ecclesiastico. Sono molti gli elementi che devono ancora essere resi noti.

Stando a quanto riportato dall'Adnkronos, in relazione a mons. Perlasca, la Santa Sede ci ha tenuto a rimarcare la presunzione d'innocenza. I sequestri, insomma, non bastano per dimostrare la sussistenza di qualsiasi colpevolezza. La perquisizione, però, viene ricondotta a "a quanto emerso dai primi interrogatori dei Funzionari indagati e a suo tempo sospesi dal servizio". E questo è un dettaglio che vale la pena specificare. Come si ricorderà, in seguito all'emersione delle prime notizie sullo scandalo, vennero disposti cinque provvedimenti di sospensione: dall'ex direttore dell'Aif, Tommaso Di Ruzza, a mons. Mauro Carlino, passando per altre tre figure incaricate presso il "ministero degli Esteri" della Curia romana. Com'era già accaduto in relazione ai primi sequestri disposti dal Promotore di Giustizia, le autorità investigative hanno optato per prendere in esame "apparati informatici" e "documenti". L'inchiesta, dopo l'esplosione iniziale, non aveva più fatto parlare di sè. Nella giornata di oggi, invece, è arrivato un colpo di scena.

La stessa Sala Stampa del Vaticano, al termine della nota rilasciata, ha voluto annotare qualche informazione in più sullo stato dell'inchiesta: "proseguono" - si legge - gli "accertamenti di carattere amministrativo- contabile", tenendo in considerazione anche la "cooperazione" condivisa con le "Autorità investigative straniere". La pentola, insomma, potrebbe essere davvero scoperchiata nei tempi che un'indagine del genere richiede.

"Sebbene ci sia la presunzione di innocenza, ci sono i capitali che non sono amministrati bene, anche con corruzione", aveva dichiarato Jorge Mario Bergoglio in autunno. Ma quella sulla presenza di "corruzione" rimane comunque un'ipotesi.

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