È arrivato il momento di cominciare a ragionare "con lucidità" e di tornare a "far decidere la scienza su questioni sanitarie e non la politica". Questo è il pensiero di Massimo Ciccozzi, direttore dell'unità epidemiologica all'Università Campus Biomedico di Roma.
Il ragionamento è scaturito successivamente alla scelta presa dalla regione Lazio, di cui è Presidente Nicola Zingaretti, che permette di anticipare la seconda dose di vaccino solamente se il richiamo viene realizzato con AstraZeneca. Una proposta che stanno ricevendo in migliaia di under-60 e che va decisamente contro le linee guida del governo Draghi.
"La decisione del Lazio dello sconto sul richiamo AstraZeneca è una cosa assurda, scientificamente orribile. Provoca disorientamento, paura, invece che fiducia nella scienza" dichiara Ciccozzi in un'intervista su la Repubblica. Non può andare bene anche perché in questa maniera "si dà all'utente la possibilità di prendere una decisione che dovrebbe spettare al medico" e perché, aggiunge sempre il direttore dell'unità epidemiologica, "si offre un incentivo, un premio". Quest'ultimo fatto dimostra che "c'è un sbilanciamento della politica nell'indurre a una scelta priva di fondamenti scientifici. Le indicazioni parlano di 11-12 settimane per sviluppare la migliore risposta anticorpale".
Per queste motivazioni Ciccozzi attacca duramente regione e Cts definendo la scelta presa esclusivamente politica. "Stiamo rasentando il ridicolo"- commenta - "Un caos degno di chi sta ai vertici e non sa decidere. Il Cts è fatto da tecnici, che dovrebbero dare indicazioni, non lasciare alle Regioni la libertà di fare quello che vogliono".
Molto duro anche nei confronti di D'Amato, il quale aveva precedentemente giustificato questo provvedimento con l'accelerazione della variante Delta. "Si sta gettando fumo negli occhi in nome di un allarmismo ingiustificato" - ribadisce in merito Ciccozzi - "Bisogna andare avanti con le vaccinazioni, è importante prevenire le ospedalizzazioni e le morti, ma la variante è destinata a prendere il sopravvento. Il virus si sta adattando alle persone, e infatti aumenta la contagiosità, ma non la letalità che resta al 2,8%. Diventerà un nostro compagno di viaggio". E aggiunge: "Vaccinare le persone nel modo sbagliato non risolve il problema, anzi, rischia di crearne altri".
Inoltre, sempre secondo il direttore dell'unità epidemiologica, sta sfuggendo di vista l'aspetto più importante, vale a dire far vaccinare i giovani "con la dose giusta, quella con vaccino mRna" e soprattutto che "la vaccinazione non blocca i contagi ma previene la malattia grave". Proprio per questo si è detto dubbioso sul "liberi tutti" dello scorso 28 giugno, giorno in cui tutta Italia è finalmente tornata in zona bianca.
Dal suo punto di vista, non ha senso vaccinare i giovani e mandarli in giro ad assembrarsi senza mascherina perché "torneranno a casa e infetteranno le persone più anziane che non sono ancora state vaccinate, che in questo momento dovrebbero avere la priorità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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