“Uno scenario da film…”. I dubbi di chi conosceva il broker dei vip

La vita del broker Bochicchio è un mistero: anche chi lo conosceva bene ammette di non sapere chi fosse davvero l'uomo che ha truffato i vip

“Uno scenario da film…”. I dubbi di chi conosceva il broker dei vip

Il test del dna ha confermato che l'uomo morto sulla via Salaria di Roma a bordo della sua moto la scorsa domenica era veramente Massimo Bochicchio. L'esplosione e il conseguente incendio avevano reso irriconoscibile il corpo del broker dei vip, a processo per aver truffato numerosi personaggi famosi. La circostanza dell'incidente, e il fatto che sia avvenuto il giorno prima dell'udienza del processo che lo vedeva indagato, avevano dato il via a numerose ipotesi, di cui alcune fantasiose.

Tra queste, anche quella che su quella moto non ci fosse davvero Bochicchio, scappato chissà dove per non pagare i suoi debiti. Questa ipotesi è stata sussurrata a mezza voce per giorni a Roma, finché non è stato acclarato che il corpo era davvero il suo. Tuttavia, sono ancora tanti i dubbi che circondano questa morte, anche da parte di chi lo conosceva bene. L'autopsia non ha rivelato cause di malore nel corpo del broker, che sarebbe morto a causa dei traumi dovuti all'incidente. Saranno necessari ulteriori accertamenti che richiedono circa 60 giorno per essere svolti, ma al momento non emergerebbero segni macroscopici di eventi cardiaci o ictus.

"A Massimo tutta Italia gli ha dato i soldi. Nella sua rete ci è cascato chiunque, anche i più insospettabili", dice oggi chi lo conosceva, raggiunto da il Messaggero. La vita di Bochicchio era un mistero per tutti, perfino per la moglie. "Quando è esploso lo scandalo nemmeno la moglie sapeva i contorni esatti della storia. Tanto che quando lui era fuggito a Dubai la famiglia si è sentita completamente abbandonata. Come se avesse staccato di netto con tutto", dice ancora la persona che desidera rimanere anonima.

La stessa persona che sembra conoscerlo molto bene e che pone seri dubbi sul fatto che si sia trattato di un semplice incidente: "Non ci sorprenderebbe se avesse architettato tutto. Certo è uno scenario da film... Ma con lui tutto può essere". Il tema dell'istigazione al suicidio o del suicidio sembra ricorrere frequentemente ora che si è acclarata l'identità della salma, così come quello della possibile manomissione dei freni della moto.

Massimo Bochicchio non ha frenato prima di scontrarsi col muro di recinzione: atto voluto oppure qualcosa nella moto non ha funzionato? Erano in tanti a volere la sua morte, qualcuno potrebbe davvero esser passato dalle parole ai fatti? La risposta potrà arrivare solo dalle perizie sul veicolo, che però è andato quasi completamente distrutto.

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