L'applicazione della legge dovrebbe sottostare al buon senso, almeno in un momento storico come quello che sta attraverso l'Italia. Invece capita che non sia così e che alcune indicazioni vengano fatte rispettare troppo alla lettera, rasentando l'assurdo. Dopo il caso dei fidanzatini di Forte dei Marmi, l'ultimo caso arriva da Torino ed è la testimonianza di un driver per un'azienda di logistica che si è visto comminare 400 euro di multa per non aver indossato la mascherina.
Andrea Dogliani ha 33 anni e giovedì pomeriggio stava svolgendo il suo solito servizio a bordo dello scooter. A un certo punto gli squilla il telefono, accosta e si ferma proprio di fronte alla Gran Madre, una delle chiese più note e importanti di Torino, nel centro cittadino. Solleva il casco integrale e abbassa leggermente lo scaldacollo per poter parlare liberamente, quando due vigili si sono avvicinati a lui. In un primo momento, Andrea pensava si trattasse di un classico controllo di polizia ma da lì a poco avrebbe scoperto che, invece, lo scopo della polizia locale era quello di multarlo perché stava infrangendo la legge. I due pubblici ufficiali non hanno chiesto al ragazzo né i documenti del ciclomotore e nemmeno l'utocertificazione. Quando ha risposto al telefono il suo volto era scoperto e di fatto non rispettava il Dpcm che impone l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per ridurre le probabilità di contagio da coronavirus.
"La piazza era praticamente deserta. I locali erano già chiusi e vicino a me non c’era nessuno. Io avevo i piedi a terra ed ero appoggiato lateralmente al ciclomotore", ha spiegato il ragazzo. Per l'assenza di mascherina in quel brevissimo lasso temporale, ad Andrea è stata elevata una contravvenzione da 400 euro. "Mi hanno detto che prima di scendere dal mezzo avrei dovuto indossare correttamente il Dpi sul volto e che non avendolo fatto ero sanzionabile. Al più anziano dei due ho mostrato le cinque mascherine che porto sempre con me nel bauletto e le altre che tengo nel cruscotto, ma non c’è stato nulla da fare", ha detto sconcertato Andrea, che ha provato a far valere le sue ragioni e a opporsi ma i vigili sono stati irremovibili nella loro decisione.
Fino a ottobre, Andrea lavorava nella ristorazione ma la pandemia ha distrutto tutto e così si è dovuto reinventare: "Con la chiusura si prospettava di nuovo la cassa integrazione: 650 euro su uno stipendio da 1700 euro. Che con il primo lockdown mi sono arrivati dopo 5 mesi. Così ho deciso di licenziarmi e accettare un contratto a tempo determinato per una società di logistica. Faccio il driver, consegno tutto il giorno e almeno fino a gennaio potrò pagarmi l’affitto".
Andrea potrebbe pagare entro 5 giorni e ottenere lo sconto sulla multa, pagando "solo" 280 euro ma ha deciso che non lo farà e che ricorrerà per una questione di principio: "Io non ho commesso nessuna infrazione e sarebbe bastato un po’ di buon senso per evitare tutto questo. Farò ricorso, un ragazzo ha visto tutta la scena da lontano ed è disposto a testimoniare". Andrea non ha firmato il verbale ma lo ha commentato. Ora spetterà al giudice la decisione sul caso della mascherina.
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