Aveva scritto su Facebook che le donne del Pd avrebbero dovuto farsi "stuprare dagli immigrati" ma il giudice per le indagini preliminari ha deciso che il caso andava archiviato, deludendo le aspettative dell'assessora dem che aveva sporto querela.
La storia arriva da Carpi, in provincia di Modena, dove a settembre l'assessora comunale all'Istruzione, Stefania Gasparini del Pd, era stata attaccata sul social network da un utente che aveva insultato le donne del partito che fu di Matteo Renzi con parole irriferibili.
La Gasparini all'epoca decise di reagire segnalando il post offensivo all'autorità giudiziaria. Che però ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per celebrare l'udienza preliminare. Prima il pm ha chiesto l'archiviazione, suscitando l'opposizione dell'assessora; poi però anche il gip ha concordato con la procura e ha stabilito di archiviare definitivamente il procedimento.
A sostegno della propria tesi il magistrato ha spiegato che i commenti offensivi risulterebbero "genericamente rivolti a una pluralità di soggetti, nel caso di specie individuabili mediante il riferimento all’appartenenza a un partito politico", mentre il reato di diffamazione, secondo l’orientamento, “"è costituito dall’offesa alla reputazione di una persona determinata".
Secondo il giudice per le indagini preliminari quelle parole, sia pur assai sconvenienti, non avrebbero istigato nessuno a commettere i reati descritti.
Basita e amareggiata la reazione della Gasparini, che si è detta
"esterrefatta": "Questo provvedimento non fa che scoraggiare le donne dal denunciare. Non conta l’appartenenza a Pd, Lega, Forza Italia, Movimento 5 stelle: questa è una battaglia politica e culturale trasversale."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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