Scuola, oratori e centri sportivi: per un adulto su quattro lì i minori rischiano più abusi

Da un'indagine realizzata da Ipsos per Save the Children, soltanto il 7% degli adulti, in Italia, ritiene che i minori siano completamente tutelati e al sicuro da eventuali abusi nei luoghi che sono soliti frequentare. E tra gli ambienti percepepiti come più a rischio c'è il web

Scuola, oratori e centri sportivi: per un adulto su quattro lì i minori rischiano più abusi

Scuola, oratori, parrocchie e strutture sportive. Per circa un adulto su quattro (quasi uno su tre in Campania, Toscana ed Emilia-Romagna) e un ragazzo su cinque (uno su quattro in Lazio Lombardia e Sicilia), in Italia, sarebbero questi i luoghi abitualmente frequentati da bambini e adolescenti dove maggiore può essere il rischio di subire comportamenti inappropriati, maltrattamenti e, soprattutto, abusi da parte degli adulti. Il dato è emerso dall'indagine "Minori e percezione dei rischi", realizzata da Ipsos per Save the Children.

Tutti i "luoghi" non sicuri

In base a quanto riportato dal sondaggio, soltanto il 7% degli adulti, nel Paese, ritiene che i minori siano completamente tutelati e al sicuro da questo tipo di atteggiamenti degli adulti nei luoghi che sono soliti frequentare. Inoltre, più di un minore su quattro, che corrisponde al 27% circa, si sarebbe detto a conoscenza di esperienze negative vissute in prima persona da alcuni amici (percentuale che salirebbe al 33% se riferita agli episodi in rete). Perchè se i luoghi fisici frequentati dai ragazzi non risutano affidabili, anche la rete non la è del tutto: internet, infatti, non è percepito come un "ambiente" sicuro, visto che soltanto il 6% delle persone intervistate lo ritiene un posto affidabile, così come le chat utilizzate dai propri figli.

Le minacce concrete

Secondo quanto riportato dal sondaggio, le minacce sarebbero percepite come pericoli concreti ai quali i minori sarebbero esposti soprattutto attraverso internet, considerato un luogo a rischio per circa otto adulti e sette ragazzi su dieci. Per molti degli interpellati, tra i pericoli principali per i bambini ci sarebbe la possibilità che vengano loro imposti rapporti fisici indesiderati (per il 50% sia degli adulti, sia dei ragazzi) o che vengano compiuti una serie di illeciti attraverso la rete, tra cui la richiesta di inviare immagini intime in cambio di regali (secondo la metà dei ragazzi e sei adulti su dieci) o di diffonderle senza il consenso dell'interessato.

La percezione del web

Con la diffusione delle nuove tecnologie e la sempre maggiore possibilità, per bambini e ragazzi, di accedere alla rete, cresce la percezione dei rischi collegati: il web, è infatti, considerato un luogo a rischio per l'85% degli adulti e il 74% dei ragazzi. Il 29% dei minori, infatti, avrebbe provato disagio per avere ricevuto determinate richieste o contenuti online da parte degli adulti, un dato confermato anche da più di un genitore su dieci.

La scuola a rischio

Tuttavia, tra i luoghi fisici ritenuti maggiormente a rischio e dove i minori potrebbero essere vittime di comportamenti scorretti o abusanti da parte degli adulti spicca la scuola, percepita come insicura per il 28% degli adulti e il 21% dei ragazzi. Secondo l'analisi dei dati, l'istituzione che si occupa dell'educazione dei più giovani risulta a rischio soprattutto per i ragazzi in Sicilia (uno su quattro), ma meno per i coetanei campani ed emiliani (il 16%).

Poca consapevolezza

Dai dati dell'indagine Ipsos emerge che a un aumento della consapevolezza dei rischi non corrispnde ancora la messa in campo di misure in grado di proteggere concretamente i minori nei luoghi che, normalmente, frequentano.

Più di un genitore su quattro, in Italia, afferma che in palestra o in altri centri ricreativi non abbiano mai ricevuto informazioni su cosa fare in caso di maltrattamenti, abusi o condotte inappropriate e, rispetto alla scuola, un genitore su tre e un ragazzo su cinque sono convinti che anche lì non esistano regole chiare per tutelare i più piccoli. Esite, però, un'eccezione: da segnalare in chiave positiva, infatti, sono i gruppi scout, considerati luoghi sicuri per il 93% dei ragazzi e l'88% dei genitori.

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