Se la "famiglia di fatto" cancella l’assegno alla ex moglie

A Bologna la Corte d'appello ha deciso che la donna che convive stabilmente con un altro perde il diritto all’assegno. Sconfitta in primo grado e in appello

Se la "famiglia di fatto" cancella l’assegno alla ex moglie

"Se l’ex coniuge ha una nuova famiglia di fatto l’ex marito può non corrisponderle più gli alimenti perchè il nuovo legame, cioè la famiglia di fatto, altera o rescinde la relazione con il tenore e il modello di vita caratterizzante la pregressa convivenza matrimoniale". La corte d’appello di Bologna ha confermato la decisione del tribunale che aveva consentito ad un ex marito di smettere di corrispondere l’assegno dopo divorzio quando la donna aveva avviato una nuova relazione.

La coppia, bolognese e senza figli, si era separata una decina di anni fa. In sede di separazione era stato stabilito un assegno che il marito doveva corrispondere. Quando però si era arrivati al divorzio, l’uomo aveva chiesto di non pagare più gli alimenti perchè la donna aveva avviato nel frattempo una nuova stabile relazione. Il tribunale gli aveva dato ragione e così la donna aveva fatto appello. La Corte d’appello, presieduta Vincenzo De Robertis, ha confermato la prima decisione :"Il nodo fondamentale della controversia dalla cui soluzione dipende l’immediato esito o lo sviluppo del giudizio, è quello della compatibilità del diritto all’assegno divorzile con la instaurazione di una convivenza more uxorio da parte del potenziale avente diritto. Che nella fattispecie concreta tale convivenza esista è ormai pacificamente acquisito". Secondo la Corte d'Appello, la parte appellante ha concluso invitando ad applicare il criterio che risolve il problema della precarietà di un tipo di relazione ammettendo "il potenziale onerato a fornire la prova anche presuntiva del mutamento, in melius, conseguito a una instaurazione della relazione". La Corte, invece, ha ritenuto di dover fare proprio altro criterio secondo cui "l’instaurazione di un rapporto stabile e duraturo di convivenza (famiglia di fatto, ndr) altera o rescinde la relazione con il tenore e il modello di vita caratterizzante la pregressa convivenza matrimoniale e, così, il presupposto per la riconoscibilità di un assegno divorzile". Anche se per la Corte d'apello "della precarietà della situazione si tiene conto ammettendo che il relativo diritto entri in uno stato di quiescienza potendosene riproporre l’attualità per l’ipotesi di rottura della convivenza tra i familiari di fatto".

Soddisfatto l’avvocato Guglielmo Tocci, che ha tutelato l’uomo.

"Al di là della vicenda, sono soddisfatto che la Corte abbia nuovamente riconosciuto che la famiglia di fatto è a tutti gli effetti equiparabile al matrimonio" andando, per l’avvocato, perfino oltre quanto stabilito dallo stesso legislatore.

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