Ha molestato una ragazzina di 13 anni ed è stato condannato a un anno e undici mesi di reclusione, ma il prete colpevole degli molestie non è stato né sospeso a divinis, né ridoto allo stato laicale. No, niente di tutto questo: la Chiesa, prima, lo ha sospeso e, poi, fatte calmare le acque, lo ha trasferito dalle Marche al Friuli-Venezia Giulia; e, per di più, scrive per l'Osservatore Romano, il giornale del Vaticano.
Assurdo, ma vero. Non sono la tredicenne vittima delle attenzioni sessuali di don Ruggeri non ha avuto e avrà mai giustizia, ma c'è anche la beffa: quel sacerdote è una delle firme del quotidiano più vicino a Papa Francesco. Ne scrive Maurizio Belpietro sulla sua "Verità" e (ci) si interroga, appunta, sul tanto sbandierato rigore promesso dal Pontefice contro i pedofili.
Il diretto interessato ottenne la riduzione della pena in appello, pur non negando i fatti, e anzi scusandosi e assicurando ai giudici di non essere un pedofilo. Sarà, ma le immagini raccolte dalle forze dell'ordine documentarono baci, carezze e "manomissioni" di reggiseni. Insomma, prove inoppugnabili che gli costarono la condanna a due anni e sei mesi, poi, appunto, ridotta.
E ora, da esperto di comunicazione via Web quale sarebbe, firma articoli sul giornale edito nella Città del Vaticano, disquisendo su social network e questioni affini al mondo 2.0 e ottenendo addirittura – in occasione della pubblicazione di un suo libro – la prefazione di Federico Lombardi, l'ex portavoce della Santa Sede.
E il passato? A quanto pare, visto lo spazio riservato al prete, tutto è stato dimenticato, tutto è perdonato...Insomma, l'ennesimo caso che imbarazza la Chiesa e il Pontificato di Jorge Mario Bergoglio.
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