Non aprite questa mail. C'è una nuova truffa online

Sono tante le mail che avvisano dei poveri ignari di essere oggetto di numerosi procedimenti legali. Ovviamente dietro c'è una truffa

Non aprite questa mail. C'è una nuova truffa online

C’è una truffa che corre su internet che prende di mira poveri ignari attraverso mail che giungono nella casella privata di posta elettronica e avvisano di procedimenti penali in corso. Le mail in questione possono variare sia riguardo il nome, con tanto di firma in calce, di un vero esponente dell’Arma dei carabinieri che nelle parole utilizzate per portare la vittima ad aprire la mail e fornire magari informazioni riguardanti anche il proprio conto in banca. In effetti a prima vista ha tutta l’aria di essere reale, c’è perfino la bandiera italiana e il simbolo del Ministero dell’Interno. Se si legge con attenzione quanto riportato nella comunicazione, qualcosa di strano in effetti salta all’occhio. Si tratta comunque sempre di un tentativo di phishing studiato ad arte per andare a colpire e raggirare tantissimi cittadini italiani, nella speranza che qualcuno magari abbocchi.

La truffa via mail

Le ultime mail che stanno arrivando nelle caselle di posta elettronica di ignari utenti sono false convocazioni di giustizia da parte dell’Europol a nome di un certo Teo Luzi, generale di corpo d’armata, Comandante Generale dei Carabinieri, nelle quali vengono contestati alcuni reati. Nella missiva si legge:“Dopo un sequestro informatico di cyber-infiltrazione in collaborazione con il Centro nazionale per l’analisi delle immagini di siti pornografici pedopornografici e cyberpornografie (CNAIP) nella Repubblica francese, nonché il servizio di analisi dell’organizzazione internazionale di polizia criminale (INTERPOL), la contatto per informarla che è oggetto di numerosi procedimenti legali in vigore”. E qui viene il bello, perché vengono elencati i procedimenti penali: pedopornografia, siti pornografici, cyber pornografia, pedofilia e, per non far mancare nulla, anche esibizionismo.

La mail prosegue poi pregando la persona in oggetto di farsi sentire via mail, scrivendo le proprie giustificazioni affinché possano essere approfondite e verificate al fine di valutare eventuali sanzioni. Ovviamente c’è anche un rigoroso periodo da rispettare per far avere la propria risposta: entro 72 ore. Anche perché, una volta trascorso questo periodo, scatta l’obbligo di inviare la relazione all’ufficio del pubblico ministero, al fine di stabilire un mandato di cattura nei confronti della povera vittima della truffa. Ed ecco arrivare anche la minaccia finale: “Sarai quindi elencato come molestatore sessuale alla fine di questa procedura. Il tuo file verrà inviato ai media per la distribuzione al pubblico in generale al fine di impedirti di recidiva e anche di scoraggiare altri candidati per questa pratica”.

Cosa non torna

Al di là dell’italiano non sempre corretto, è anche strano che chi scrive si rivolga alla persona in oggetto dandole del tu. Il tentativo di truffa c’è senza ombra di dubbio ma, nonostante questo, qualcuno potrebbe cascarci. Soprattutto se non si tratta di una mail sporadica, ma ne vengono inviate a ripetizione, magari anche tutti i giorni. Il consiglio della polizia è sempre quello di non aprire mai allegati di cui non si conosce la provenienza. In questo caso la minaccia tenta di terrorizzare chi la riceve e portare la persona a contattare i truffatori. Questi potrebbero subito dopo chiedere dei soldi per mettere tutto a tacere.

Da tenere ben presente che, se si è oggetto di indagine, non arrivano comunicazioni tramite mail. Più facile via raccomandata o portata direttamente dai carabinieri. Chi dovesse ricevere una mail del genere può segnalare quanto avvenuto alla Polizia postale.

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