I finanzieri della Compagnia di Andria, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, in funzione della successiva confisca, nei confronti dell'andriese P.G. (classe 1970). L'applicazione della suddetta misura ablativa è stata disposta in relazione all'ingente patrimonio (beni immobili e disponibilità finanziarie) del responsabile, già indagato in passato per coltivazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Le investigazioni, condotte dai militari della Compagnia di Andria che già da tempo nutrivano dei sospetti, si sono concretizzate attraverso mirati accertamenti patrimoniali nell'ambito di uno specifico procedimento penale pendente presso la Procura di Trani. Le indagini, dunque, hanno permesso di ricostruire dettagliatamente l'evoluzione dell'intero patrimonio immobiliare e mobiliare acquisito nel corso dell'ultimo ventennio dai componenti della famiglia del pluripregiudicato andriese.
In particolare i dati emersi dalla puntuale analisi sono stati successivamente messi a confronto con i redditi dichiarati nello stesso periodo. In taluni casi, gli stessi, sono risultati esigui o addirittura del tutto assenti. Una situazione, questa, che di fatto evidenziava una rilevante e anomala sproporzione. I beni a vario titolo sottoposti a sequestro, come è emerso, sono risultati nella disponibilità dell'indagato. Su P.G., tra l'altro, gravavano a partire già dagli anni '90 plurimi precedenti penali per reati contro il patrimonio, per attività di gestione di rifiuti non autorizzata e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel 2018 il 49enne venne arrestato per ben due volte (unitamente ad altri soggetti) perché trovato in possesso presso l'azienda agricola, a questi riconducibile, di migliaia di arbusti di marijuana e della strumentazione idonea alla coltivazione e alla essiccazione della stessa.
Gli approfondimenti patrimoniali sono stati condotti dai finanzieri anche mediante l'interrogazione massiva delle banche dati in uso al Corpo. Proprio l'esame della copiosa documentazione bancaria ha permesso di accertare la sproporzione tra i redditi dichiarati (fonti) e il patrimonio acquisito negli anni (impieghi). Di quest'ultimo non è stata dimostrata la legittima provenienza. In aderenza alle previsioni della c.d. "confisca allargata" emessa dal Tribunale tranese, sono state sottoposte a sequestro le illecite proprietà di P.G. Per la precisione: un'unità immobiliare, 35 terreni ubicati tra Andria e Trani, 4 autorimesse, un locale adibito a deposito, una cava, 4 autoveicoli (alcuni dei quali di lusso), conti correnti e altre ricchezze per un valore complessivo pari a circa 1 milione di euro.
L'operazione della Guardia di Finanza rappresenta l'ennesima misura di contrasto nei confronti dei patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali che, operando al di fuori della legge, inquinano il mercato e danneggiano gli imprenditori onesti.
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