Il sergente pilota: "Vittima di nonnismo". Ma l'accademia smentisce

Giulia ha denunciato alla procura militare di Roma di aver subito maltrattamenti. Ma l'accademia frena

Il sergente pilota: "Vittima di nonnismo". Ma l'accademia smentisce

Il sergente pilota Giulia Jasmine Schiff ha 20 anni, è veneziana di Mira e in passato è mezzofondista nazionale. Ma in questi giorni non si fa altro che parla di lei per una denuncia che ha presentato alla procura militare di Roma. Stando a quanto racconta la giovane, infatti, durante la sua formazione militare ha subito vessazioni. Ora la pm Antonella Masala ha aperto un fascicolo.

Come scrive il Corriere della Sera, dietro alla storia di Giulia ci sarebbero certe "tradizioni", i limiti del rigore, il rapporto uomo-dopnna e il nonnismo. Giulia Jasmine Schiff, infatti, ha denunciato con foto e video che tutto è iniziato lo scorso gennaio. I fatti. La giovane veneziana vince il concorso per l'ammissione di dieci allievi ufficiali di complemento dell’Aeronautica che consente di ottenere il brevetto di pilota militare. Si posiziona quarta su 2mila iscritti. Quindi passa. Ma Giulia vuole di più perché ha dentro di sé il mito delle Frecce tricolori: vuole diventare pilota militare di jet. E così, come ricostruisce il Corriere della Sera, dopo l’Istituto tecnico aeronautico punta dritta all’Accademia di Pozzuoli.

Giulia, quindi, racconta che tutto va bene per qualche mese, fino a quando non arriva il periodo della Scuola di volo a Latina. Tappa obbligata, dove gli aspiranti piloti iniziano a solcare i cieli. Il corso si chiude con una prova da solista. Ed è lì che, il 7 aprile dello scorso anno, tutto precipita. Se infatti la prova viene superata, bisogna fare i conti con il tradizione "battesimo del volo".

Ma cos'è il "battesimo del volo"? I commilitoni usano gettare l'aspirante pilota nella piscina del pinguino. Maschi e femmine, senza distinzione. "Io ero contraria, loro irremovibili - ha detto Giulia al Corriere - 'Ti spaccheremo i denti sull’ala dell’aereo'". Parole di scherzo quella dei colleghi, ma che avrebbero talmente turbato Giulia da mandarla in crisi. "È la tradizione, ovvero quello che fanno a tutti gli allievi, di accademia e di complemento, alla fine del corso", avrebbe spiegato un ufficiale al padre della 20enne.

Il sergente pilota, quindi, confessa che nei giorni successivi al "battesimo del pilota" avrebbe voluto denunciare cosa stava succedendo. Ma - a suo dire - non l'avrebbe fatto perché di mezzo c'era il brevetto. Il ritorno a Pozzuoli, racconta lei, diventa un inferno. Giulia è irrequieta e viene continuamente punita. Tre lettere di biasimo, un rimprovero, sessanta turni di consegna. "Mi punivano per qualsiasi sciocchezza, una pesca addentata a un metro dalla zona consentita, una chiacchiera sulle scale...", dice. E più la puniscono più lei si mostra insubordinata. Entra in un vortice dal quale non uscirà più.

L'espulsione

Da qui arriva l'espulsione. "Il sergente Schiff ha palesato numerose mancanze nel rispetto delle vigenti regole dell'Istituto, delle norme di vita interna dell’Accademia, nonché di quelle impartite dal Comando", scrive la Commissione permanente di attitudine. Alla quale l’avvocato Massimiliano Strampelli, suo difensore, replica così: "Dopo i fatti di Latina c’è stata una carenza dell’istituzione a capire la progressiva emarginazione di Giulia, che ha cercato invano un canale di dialogo e ha avuto un crollo emotivo, altro non posso dire".

Così Giulia è stata espulsa "per insufficiente attitudine militare". Questo sarebbe accaduto il 6 settembre, il lunedì successivo sarebbe dovuta andare a Lecce per il brevetto di pilota militare, con il jet delle Frecce Tricolori. In realtà è tornata a casa.

Ora c'è l'inchiesta pensale e l'Accademia frene tutte le accuse: "Si è vendicata dell’espulsione".

Il commento di Elisabetta Trenta

Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha chiesto chiarimenti allo Stato Maggiore dell'Aeronautica sull'episodio di nonnismo denunciato dal Corriere della Sera.

È quanto si apprende da fonti del ministero della Difesa. "È un fatto gravissimo - ha detto il ministro parlando al suo staff prima di partire per L'Aquila - e lo sto seguendo con attenzione. C'e una indagine in corso e chi deve pagare, pagherà".

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