Si fingeva donna sui social per adescare piccoli calciatori

Arrestato dalla polizia postale un 30enne nel napoletano. Nel pc l'archivio degli orrori: più di mille file tra foto e video catalogati per fasce d'età

Si fingeva donna sui social per adescare piccoli calciatori

Si fingeva donna (e disponibile) sui social per adescare i ragazzini, finisce nei guai un 30enne nel napoletano. L’uomo aveva iniziato a irretire i piccoli atleti di una scuola calcio che hanno avuto il coraggio di rivelare ai genitori ciò che stava avvenendo.

L’incubo è finito nelle scorse ore quando gli agenti della Polizia postale hanno fatto irruzione in casa del 30enne e hanno scoperto che teneva sul suo pc un vero e proprio bazar dell’orrore, composto da oltre mille tra foto e video spinti in cui figuravano sempre minorenni. Le indagini dei poliziotti hanno consentito di ricostruire il suo modus operandi, nemmeno troppo difforme da quello che ormai da tempo s’è cristallizzato come l’approccio principale e preferito dai pedofili online.

Teneva una vera e propria collezione di profili falsi. Si spacciava per una giovane e bellissima donna interessata a fare nuove amicizie. Contattava così, sui social, i ragazzini. In chat li riempiva di promesse, complimenti e frasi allusive. Spesso li irretiva utilizzando un linguaggio molto espicito. A quel punto li convinceva ad accendere la web cam, per mostrarsi nudi e fare del sesso virtuale. Voleva incontrare dal vivo alcuni di loro, gli dava gli appuntamenti.

Il “gioco” però è finito quando alcune delle sue vittime hanno trovato il coraggio di aprirsi con i genitori, confessando loro per filo e per segno quanto era accaduto. Le denunce presentate alla polizia postale sono state prese in serissima considerazione dagli inquirenti che hanno iniziato subito a mettersi al lavoro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Napoli. L’inchiesta ha portato dritti a un 30enne incensurato, un vero e proprio insospettabile.

Nel suo delirio, l’uomo aveva catalogato l’imponente mole di materiale pedopornografico in suo possesso. Video e foto erano state archiviate per fasce d’età o a seconda della natura sessuale delle oscenità immortalate e gelosamente conservate. Agli agenti, adesso, tocca scoprire le fonti a cui il 30enne napoletano attingeva per il suo mostruoso archivio.

Non è escluso che possa trattarsi di materiale autoprodotto, realizzato registrando gli incontri in cam estorti ai ragazzini.

Una tecnica, questa, utilizzata da quasi tutti i pedofili in rete scoperti e neutralizzati dalle forze dell’ordine negli ultimi tempi.

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