Gli attacchi informatici si sono moltiplicati negli ultimi tempi e dunque le aziende stanno pensando sempre più spesso di aumentare gli investimenti in cybersecurity. È una necessità, ma anche una scelta strategica in un’ottica di prevenzione di criticità peggiori. Ma sul mercato del lavoro scarseggiano talenti della sicurezza informatica e quelli che ci sono tendono a guardarsi intorno e a non rimanere troppo tempo legati a una sola azienda. È quanto rileva lo State of security report 2022 realizzato da Splunk in collaborazione con Enterprise Strategy Group, sulla base di una serie di interviste che hanno coinvolto 1.200 security leader aziendali. C’è stata un’ondata di dimissioni che ha coinvolto molte aziende i cui dipendenti sono andati alla ricerca di nuove sfide e condizioni di lavoro migliori. E questo non ha fatto altro che lasciare molte aziende in vistose difficoltà, aggravate dall’incremento del lavoro da remoto.
L’inasprimento dei cyberattacchi
Lo Studio evidenzia come due terzi delle aziende (65%) abbiano notato un inasprimento dei cyberattacchi: una su due ha direttamente subìto un data breach negli ultimi 24 mesi (contro il 39% di un anno fa), il 79% si è imbattuto in ransomware e il 35% ammette di aver perso il controllo dei propri sistemi informatici a causa di queste offensive. Il 90% delle aziende afferma di aver aumentato l’attenzione verso la rilevazione dei rischi che possono provenire da terze parti. Per il 59% dei responsabili aziendali alla sicurezza è stato necessario impiegare molto tempo e ingenti risorse per risolvere il problema (contro il 42% dello scorso anno). In particolare, per tornare operativi dopo un attacco, occorre una media di 14 ore di lavoro, con danni complessivi per 2,8 milioni di dollari.
Personale specializzato difficile da reperire
Per l’85% degli intervistati assumere e trattenere talenti negli ultimi 12 mesi è diventato sempre più difficile. La conseguenza è che poco più della metà del campione si trova di fronte alla difficoltà di assumere tutto il personale di cui avrebbe bisogno per affrontare al meglio la situazione e il 58% trova impossibile reclutare persone che abbiano le capacità richieste. Questa situazione ha portato spesso al fallimento di progetti e iniziative. Oltre alle sfide, il report individua segnali positivi: circa i due terzi delle aziende stanno investendo in tecnologie di advanced analytics e di automazione delle operazioni di sicurezza, fondamentali per ridurre il tempo necessario a rilevare e a rispondere a un attacco, da affiancare al lavoro degli analisti umani, senza rimpiazzarli.
Information Technology in affanno
Anche i dipendenti del settore Information Technology (IT) si dimostrano poco fedeli alle aziende per le quali lavorano. Secondo quanto emerge dal Global Labour Market survey di Gartner, la divisione IT è quella a più alto tasso di abbandono, con solo il 29,1% dei dipendenti a livello mondiale che dichiara una forte volontà di rimanere con l’attuale datore di lavoro.
Rispetto a chi ricopre altre funzioni, per i dipendenti IT l’intenzione di rimanere “dove sono” è inferiore del 10,2%: è il dato più basso tra tutte le funzioni aziendali. A voler cambiare più spesso sono soprattutto gli under 30.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.