"Per noi il caso Orlandi è chiuso: abbiamo già dato tutti i chiarimenti che ci sono stati richiesti". Così monsignor Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato vaticana, risponde alla richiesta di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, di riaprire il dossier sulla scomparsa della sorella, avvenuta 34 anni fa.
"Non possiamo fare altro che condividere, simpatizzare e prendere a cuore la sofferenza dei familiari. Non so se la magistratura italiana abbia nuovi elementi, ma - ribadisce Becciu - da parte vaticana non c'è nulla da dire in più di quanto non si sia già detto".
Le dichiarazioni di monsignor Becciu seguono di poche ore la decisione di Pietro Orlandi di presentare un'istanza di accesso agli atti per poter visionare alcuni documenti conservati nell'archivio di Stato vaticano.
Una mossa a cui il fratello della ragazza scomparsa nel nulla nel 1983 è arrivato dopo la diffusione, nell'ambito del processo Vatileaks, della notizia dell'esistenza di un dossier relativo alla giovane, nascosto per anni in un cassetto della Santa Sede.
In uno degli atti del dossier, venuto alla luce nel 2012 grazie a due "gole profonde" del Vaticano, si legge tra l'altro che "tutta la dolorosa storia - di Emanuela Orlandi - fu seguita a fondo direttamente dalla segreteria di Stato". Una notizia che potrebbe svelare delle novità sul ruolo esercitato dalla Chiesa nella vicenda della misteriosa sparizione della ragazza.
La richiesta di Pietro Orlandi, presentata formalmente lunedì mattina, doveva servire a trovare nuovi elementi per trovare una soluzione a uno dei più grandi misteri italiani. Emanuela Orlandi, di cui non si hanno notizie da quasi 34 anni, era scomparsa alle 7 di sera di un normale pomeriggio romano, il 22 giugno 1983, dopo una lezione di musica.
Varie le piste indagate dagli inquirenti per risolvere il caso relativo alla ragazza: dai legami con Ali Agca alla Banda della Magliana, fino a una brutta storia di pedofilia.
Di fronte alla chiusura di Becciu, per Pietro
Orlandi sarà difficile poter consultare gli atti richiesti. L'ultima speranza si chiama Pietro Parolin, il Segretario di Stato scelto personalmente da Papa Francesco per sostituire il cardinale Tarcisio Bertone.
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