Nuove prove sul caso Grillo: slitta ancora la chiusura delle indagini

Il quadro indiziario sarebbe cambiato per alcuni in peggio, per qualcuno in meglio: adesso i tempi rischiano di allungarsi tra ulteriori interrogatori e nuove memorie difensive

Nuove prove sul caso Grillo: slitta ancora la chiusura delle indagini

Sul caso Ciro Grillo continuano a emergere ulteriori dettagli e indiscrezioni. Stando a quanto trapela da fonti giudiziarie, il quadro indiziario sarebbe cambiato (per alcuni in peggio, per altri in meglio) tanto che la procura di Tempio Pausania avrebbe riformulato nuove contestazioni ai quattro componenti del gruppetto. Come scritto da Giuseppe Filetto su La Repubblica, il procuratore capo Gregorio Capasso e il sostituto Laura Bassani si sarebbero presi ancora un mese di tempo entro cui depositare in cancelleria un nuovo Avviso Conclusione Indagini Preliminari (il 415 bis), un secondo avviso di garanzia. Successivamente gli avvocati avranno 20 giorni per chiedere ulteriori interrogatori o depositare nuove memorie difensive. Tutto ciò lascia presagire che in tempi brevi sarà difficile aspettarsi un'eventuale richiesta di processo della Procura o di archiviazione. Quanto al pronunciamento del giudice per l'udienza preliminare, se ne potrebbe parlare in estate.

Le novità sul caso Grillo

Il 15 aprile si sarebbe ritenuta necessaria una frenata giudiziaria, proprio in seguito alle dichiarazioni rese dai ragazzi ai magistrati. Ad esempio Corsiglia avrebbe fornito questa sua versione in relazione a quella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019: "Ho avuto un rapporto consenziente con S.J., eravamo solo io e lei, poi mi sono addormentato. Di ciò che è successo dopo io non so niente". La sua narrazione, qualora fosse confermata, potrebbe rivoluzione quanto ricostruito fino a questo momento: il dettaglio sull'ora in cui avrebbe preso sonno lo potrebbe collocare fuori dal rapporto sessuale di gruppo. Ma c'è di più: il giovane non comparirebbe nelle foto e nei video di gruppo.

Nel frattempo si attende l'esito dell'indagine antropometrica forense che dovrebbe essere eseguita da Marco Salvi, il medico legale che sarebbe stato incaricato dalle difese dei componenti della comitiva per redigere una consulenza al fine di chiarire quali fossero le reali condizioni psicofisiche della studentessa italo-svedese quella notte: "Nel filmato si vede anche la bottiglia di vodka che la ragazza beve, stabiliremo la marca per indicare la precisa gradazione alcolica e gli effetti che può provocare su una giovane con le caratteristiche della vittima". Anche sul "nodo vodka" le versioni sono diametralmente opposte: la ragazza ha fatto sapere di essere stata costretta a berla mentre era tenuta per i capelli, mentre un amico di Ciro Grillo ha riferito che sarebbe stata proprio lei a compiere il gesto per sfidare il gruppetto.

"Nel video si vede che la ragazza comunque sta benissimo e che noi non costringiamo niente. Per sfida lei ha bevuto la vodka, perché noi non riuscivamo a berla", è stata la sua dichiarazione a Non è l'arena su La7.

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