Bassetti e Locatelli ci pensano: "Il vaccino russo? Perché no..."

La crisi che sta vivendo l'Europa con i ritardi delle dosi di vaccino da parte di Pfizer e Moderna sta aprendo la possibilità di avvalersi del vaccino russo Sputnik V. Ma cosa ne pensano i nostri esperti?

Bassetti e Locatelli ci pensano: "Il vaccino russo? Perché no..."

I ritardi nel rifornimento di dosi di vaccino da parte di Pfizer e Moderna sta aprendo strade alternative, per garantire agli italiani di potersi vaccinare in tempi brevi. Lo aveva già chiesto l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato: “Fateci usare lo Sputnik V”, ed ora anche i nostri esperti si sono pronunciati su un'eventuale distribuzione del vaccino russo in Italia. Come sottolinea Adnkronos, il vaccino di casa Russia potrebbe essere “l'ancora di salvezza” per le campagne vaccinali in tutta Europa.

Il primo parere favorevole riguardo allo Sputnik V arriva da Matteo Bassetti: “Visto quello che sta succedendo con i vaccini che abbiamo approvato, Pfizer e Moderna, che al momento non consentono di metterci al riparo con le dosi e l'annuncio di AstraZeneca che consegnerà una quantità minore di dosi, evidentemente avremo dei problemi con la campagna vaccinale. Credo quindi che si debba pensare a soluzioni alternative, l'Ungheria l'ha già fatto acquistando i vaccini russi. Facciamolo anche noi". Il responsabile della Clinica di Malattie Infettive del San Martino di Genova ha ribadito che l’obiettivo al momento, è di garantire il vaccino ad un numero maggiore possibile. "Apriamo anche a noi a questo vaccino che alla fine è molto simile a quelli di AstraZeneca e J&J perché utilizza come vettore un altro virus (adenovirus). L'efficacia del vaccino russo, stando ai dati, non è scoraggiante. Ora in emergenza l'obiettivo deve essere vaccinare il maggior numero di persone e per farlo servono dosi".

Di opinione favorevole anche il virologo Fabrizio Pregliasco, che ha dichiarato: “Ci vuole il passaggio all'Ema e la trasparenza dei dati, ma non vedo preclusioni al suo utilizzo in Italia. è un vaccino della stessa tipologia di quello sviluppato da AstraZeneca". Anche il professor Franco Locatelli, intervistato da Huffington Post, ha affermato che i ritardi di Pfizer e Moderna, "richiederanno una rimodulazione della campagna vaccinale". Locatelli ha affermato che la priorità resta quella di garantire la copertura vaccinale alle persone pù fragili, e per questo tra gli scenari possibili si dice d'accordo allo Sputnik V. "È tale la fiducia in Ema che se dovesse dire che il vaccino russo risponde a standard di efficacia e profili sicurezza convincenti, non vedo ragioni per avere preclusioni. Basandoci sul giudizio delle Agenzie regolatorie, appartenendo noi all’Ue e avendo rappresentanti italiani in Ema, non vedo motivi per non prendere in considerazione il vaccino russo. Ovviamente, sarà importante anche valutare i risultati dello studio di fase 3 di questo vaccino, non dimenticando le riserve sollevate da alcuni colleghi per i risultati dello studio di fase 2".

Ad avere ancora dei dubbi in merito è invece Walter Ricciardi, il quale alla domanda di una possibile apertura dell’Italia al vaccino russo, ha risposto: “Non fino a quando non è approvato dall'Aifa".

Lo Sputnik V fino ad ora è stato approvato dall’Istituto Nazionale di Farmacia e Nutrizione dell’Ungheria (OGYÉI), primo Paese ad usufruire del vaccino russo per la popolazione. Intanto la cancelliera Angela Merkel parla di una "collaborazione" con la Russia, nonostante le vedute differenti dei due Paesi, al fine di spalancare le porte al vaccino di Putin in Germania.

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