Milano, Firenze, Roma, Bologna, Genova. Cortei e manifestazioni periodicamente invadono le vie del centro delle grandi città. C'è stata da poco la marcia degli studenti contro il cambiamento climatico, prima ancora la sfilata delle donne per l'8 marzo e poi i continui scioperi di sindacati e lavoratori che troppo spesso decidono di protestare proprio di venerdì.
E anche se è certo che quello di manifestare è un diritto riconosciuto costituzionalmente, chi vive e lavora in centro ne subisce le conseguenze: traffico congestionato, mezzi pubblici che si fermano, rumori assordanti e banalmente anche la quantità di sporcizia che una marea umana lascia dietro al suo passaggio. (Guarda il video)
Per poi non parlare di veri e proprio danni alle infrastrutture e alla sicurezza delle persone, quando ad incrementare le fila dei cortei pacifici si aggiungono frange estremiste di movimenti reazionari. Centri sociali e black bloc che, a volto coperto, distruggono ogni cosa al proprio passaggio, con spranghe, bombe carta, fumogeni e a volte anche armi.
Emblematico per la città di Milano, fu il corteo No expo del 2015, che da manifestazione pacifica contro l’esposizione universale è degenerata in guerriglia urbana. Auto incendiate, vetrine dei negozi frantumate, muri imbrattati, sotto gli occhi di tutto il mondo, la città è andata in tilt.
Ma ora c'è chi prova a dire basta. L'esempio viene proprio dalla città di Milano, dove il consigliere di Municipio Federico Benassati ha inviato una richiesta al sindaco Beppe Sala e al Questore con cui chiede lo stop alle manifestazioni in centro di venerdì. "Penso che non sia più tollerabile che quasi ogni venerdì per le vie del centro ci sia una manifestazione che si protrae dalla mattina presto alla sera tardi - racconta Federico Benassati - impedendo a residenti e lavoratori di vivere la loro quotidianità".
Tra le vie più prese di mira c'è corso Monforte, un lungo viale che collega Piazza del Tricolore a Piazza San Babila, e che troppo spesso è preda di cortei e manifestazioni. "Io ogni volta che devo andare a lavoro e c'è una manifestazione, ci impiego il doppio del tempo - dichiara Deborah, uan giovane ragazza che lavora in centro - perché i mezzi sono bloccati, le strade anche e le metropolitane sono piene".
Per i residenti del centro la protesta è sì corretta, ma solo quando riesce a sensibilizzare e non quando danneggia, in particolare se crea disagi agli esercizi commerciali e al turismo.
"Questa è una grande metropoli in cui vengono turisti da tutto il mondo – racconta Andrea, uno studente di giurisprudenza – e troppo spesso sono costretti ad assistere a queste manifestazioni che a volte sfociano anche in toni violenti.
E ovviamente questo non può che dare una cattiva immagine alla nostra città".Milano si ribella e chiede così una diversa gestione, maggiori tutele e più sicurezza, poiché il diritto al corteo è sì sacro, ma va coniugato con quello di chi vive ed opera nel centro storico.
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