Brucia di nuovo il Cpr di Torino in via Brunelleschi. E stavolta, a farne le spese sono stati ben cinque agenti rimasti feriti nel rogo appiccato da alcuni stranieri ospiti della struttura.
Non c'è più tregua nel centro di permanenza e rimpatrio del capuoluogo piemontese. Si susseguono ormai con ritmo incalzante le contestazioni da parte dei migranti che, adunati in una sorta di "movimento anarchico", continuano ad appiccare il fuoco in tutte le aree del complesso, reso quasi completamente inagibile. L'ultimo episodio risale alla mattinata di lunedì 13 gennaio, in cui gli stranieri hanno dato alle fiamme materassi e masserizie della zona verde e bianca. Cinque agenti del Reparto mobile della polizia sono rimasti lievemente feriti riportando contusioni giudicati guaribili in una settimana. Per loro si è reso necessario il trasporto nel vicino ospedale ma, per fortuna, non ci sono state conseguenze irreversibili. Stando a quanto si apprende dal sito d'informazione La Prealpina, già cinque persone sono state individuate e fermate per sospette responsabilità in concorso del rogo.
Non è la prima volta che il Cpr di via Brunelleschi viene preso sott'assedio dai migranti. Durante il primo weekend di gennaio, alcuni stranieri hanno appiccato il fuoco all'interno dei dormitori e locali adibiti a mensa dell'area bianca, blu, rossa e verde. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco il personale di vigilanza della Questura di Torino. Nessuna persona era rimasta ferita o intossicata dalle esalazioni di monossido di carbonio ma la stima dei danni arreccati alla struttura contava svariate migliaia di euro.
I roghi erano stati innescati a tarda sera a partire da alcuni materassi dati alle fiamme con comunissimi accendini. Dai focolai poi, le fiamme avevano divampato rapidamente su tutta la superficie fino ad avvolgere come una torcia tutte le palazzine del centro in cui erano presenti circa 100 stranieri. A capo della rivolta 5 marocchini in età compresa tra i 24 e i 42 anni e un algerino di 57 anni. Gli autori dell'incendio sono stati tutti identificati mediante le registrazioni delle telecamere di sorveglianza e denunciati per danneggiamento aggravato.
Secondo le indagini svolte dalla Questura di Torino, ci sarebbe una regia comune dietro i singoli episodi di rivolta (i primi disordini hanno
cominciato a registrarsi già a fine novembre). E non si esclude un nesso con altri analoghi avvenuti presso i Cpr di Caltanissetta, Trapani e Bari data“la concomitanza e le caratteristiche degli eventi”, riferisce il questore.
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