Ben 30 provvedimenti, tra denunce ed arresti, sono stati necessari perché si arrivasse finalmente all'espulsione di un malvivente straniero dai confini territoriali italiani.
A risultare fondamentale l'ultima di una lunga serie di condanne per spaccio di sostanze stupefacenti, arrivata pochi giorni prima della decisione definitiva da parte della questura di Padova di non rinnovare il permesso di soggiorno. Il pluripregiudicato 43enne tunisino, da oltre 10 anni disoccupato e noto per reati di truffa, rapina, spaccio di droga e violenze, è stato giudicato personaggio socialmente pericoloso e rispedito in patria. L'iter si è concluso durante la giornata di giovedì, quando il magrebino è stato imbarcato su un volo di sola andata partito dall'aeroporto di Bologna e diretto in Tunisia.
Ormai erano anni che delinqueva in Italia, dove giunse da clandestino nel lontano 1994. Dopo aver vissuto da irregolare per ben 5 anni, nel 1999 arrivò il rilascio di un permesso di soggiorno per lavoro da partre della questura di Milano, essendo stato assunto lo straniero come operaio. Nel 2001 le nozze con una padovana, un legame da cui nacquero due figlie, motivo principale della sua permanenza fino ad oggi nel nostro paese dato che lo portò ad ottenere un permesso di soggiorno per motivi familiari.
Durante la permanenza a Padova lo straniero ha accumulato numerose denunce tra rapine, estorsioni e truffa: per quest'ultimo reato sono arrivate ben oltre 20 segnalazioni in solo un anno e mezzo. Oltre a ciò, costante lo spaccio di droga, che era divenuto la sua fonte di reddito principale dopo aver perso l'ultimo lavoro regolare nel 2008.
Tutti questi crimini, uniti a della denunce per violenza domestica commessa ai danni della moglie e delle figlie, hanno spinto la questura a respingere la richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno per motivi familiari avanzata nel 2017.Il 43enne ha fatto infine ritorno a Tunisi.
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