Mentre le condizioni di Ciro Esposito sembrano stabilizzarsi, il quadro investigativo sui fatti precedenti la finale di Coppa Italia di sabato pare ingarbugliarsi sempre di più. Intanto il gip ha convalidato gli arresti di De Santis e del tifoso napoletano rimasto gravemente ferito.
Stabile la salute di Esposito
Restano critiche ma stabili le condizioni di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito in una sparatoria sabato pomeriggio prima della finale di Coppa Italia con la Roma. Dopo che ieri sera la situazione era parsa aggravarsi, la notte è trascorsa tranquillamente, come riferisce la zia del trentenne ultras della squadra partenopea: "I medici hanno detto che è stazionario, ma le condizioni rimangono comunque critiche". Dal bollettino medico diramato dal Policlinico Gemelli ieri sera poco prima delle 21 si apprende che le condizioni del tifoso restano critiche e che le funzioni vitali sono ancora assistite.
Proseguono intanto le polemiche sull'arresto dello stesso Esposito, che il suo avvocato ha descritto come "piantonato da due uomini armati persino nella sala di rianimazione". "La situazione è drammatica, le condizioni di Ciro sono gravissime - denunciava ieri sera Angelo Pisani, legale della famiglia Esposito - Rischia di non farcela e a questa situazione drammatica si associa la disumanità della giustizia, delle modalità del suo arresto". Inoltre Pisani, preannunciando un esposto alla Corte Europea dei diritti dell'uomo, ha specificato come l'ingresso del padre e della madre di Esposito in sala di rianimazione sia stato possibile solo dopo un suo ricorso al gip.
La gara di ieri al San Paolo
Allo stadio San Paolo invece, dove ieri sera si è giocato l'incontro di campionato tra Napoli e Cagliari (vinto dai padroni di casa per 3-0, ndr), gli ultras azzurri hanno intonato cori ed esposto striscioni a sostegno del loro compagno ferito e, nonostante un coro minaccioso nei confronti dei romanisti ("non finisce così, romani bas..."), la gara si è svolta in un clima pacifico.
Coni: "Fare come la Thatcher con gli hooligans"
Nel frattempo il mondo della politica si divide sulle modalità di gestione dell'ordine pubblico nel pomeriggio e nella sera di sabato. Il presidente del Coni Giovanni Malagò, in una conferenza stampa con il numero uno della Figc Giancarlo Abete, ha invocato "tolleranza zero" verso gli ultras: "Bisogna fare come la Thatcher con gli hooligans. Punto. Io non legifero ma mi auspico che questo avvenga."
Le indagini sui fatti di sabato
Mentre il ministro dell'Intero Angelino Alfano ha annunciato il Daspo di cinque anni per il capo ultras napoletano noto come Genny 'a carogna, lo stub (l'esame della polvere da sparo, ndr) non ha inchiodato Daniele De Santis, il tifoso romanista sospettato di aver aperto il fuoco contro i supporter napoletani. L'esame della scientifica ha infatti rilevato sulle mani dell'ultrà giallorosso solo due delle tre particelle di polvere da sparo necessarie a rendere positivo l'esito della rilevazione. Tuttavia il pm resta convinto della colpevolezza di De Santis e pertanto, almeno per il momento, l'impianto accusatorio resta inalterato.
De Santis ha sempre dichiarato la propria innocenza, ma a inchiodarlo ci sarebbero tre testimoni che sostengono di averlo visto sparare. In particolare un tifoso del Napoli, R.P., racconta di aver visto un uomo, identificato poi in De Santis, inveire e lanciare un fumogeno contro l'autobus degli ultras napoletani. Inseguito da una cinquantina di tifosi partenopei scesi dal mezzo, De Santis - a questo punto raggiunto da "altri tre soggetti indossanti caschi tipo “jet” che gli davano man forte" - è caduto a terra e improvvisamente ha aperto il fuoco contro i propri inseguitori, colpendo varie persone tra cui Esposito. Secondo il testimone, come riporta il quotidiano romano Il Messaggero, con De Santis ci sarebbero state diverse persone, forse otto: almeno un altro, poi, avrebbe esploso alcuni colpi in aria.
Inoltre ha parlato anche Alfonso Esposito, uno degli altri tifosi napoletani arrestati sabato: "Non ho visto chi mi ha sparato, ho sentito lo scoppio di alcune bombe carta e di fumogeni e mi sono avvicinato a quel luogo da dove provenivano ma sono stato subito ferito alla mano da un proiettile. Appena mi sono incamminato nella stradina da dove arrivavano petardi e fumogeni - ha spiegato al Gip Giacomo Ebner, nel corso dell'interrogatorio di garanzia- sono stato colpito. Gli spari arrivavano da dietro una siepe ma non si vedeva nulla."
Quest'oggi in mattinata una lettera di minacce per Genny 'a carogna è stata recapitata alla redazione del quotidiano napoletano Il Mattino. Nella busta, che conteneva anche alcuni proiettili, è stato ritrovato un foglio con frasi deliranti nei confronti del capo ultras partenopeo: "Stai attento, avanzo di galera. Hai le ore contate. Penserai che sia una semplice minaccia, ma aspetta e vedrai. Morte agli ultras!"
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