Il virus danneggia i polmoni: lo studio sui primi contagiati

Lo studio, partito dalle radiografie e dalle Tac delle prime due persone risultate infette in Italia, mostra i gravi danni che causa il coronavirus ai polmoni

Il virus danneggia i polmoni: lo studio sui primi contagiati

Gli spazi aerei dei polmoni si riempiono di liquido. I vasi sanguigni che trasportano il sangue dal cuore ai polmoni si allargano. Lo spazio per l'aria si riduce causando problemi respiratori. L'ultimo studio dei ricercatori dell'Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani di Roma mostra quello che il coronavirus fa nei nostri corpi. A rivelarlo, come riporta Repubblica, le radiografie e le immagini della Tac ai polmoni delle prime due persone risultate infette in Italia, i due turisti cinesi in vacanza ricoverati a fine gennaio allo Spallanzani.

I due primi malati, un uomo di 67 anni e sua moglie di 65, sono guariti dopo settimane di cure. Erano in salute e assumevano solamente una terapia orale per l'ipertensione. La coppia aveva inziato a riscontrare problemi respiratori e febbre e così era stata subito sottoposta a diversi test che hanno confermato la positività al Covid-19. Ricoverati allo Spallanzani di Roma, le condizioni dei due si sono aggravate fino a sviluppare la sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS). Dopo soli quattro giorni, i due sono andati in insufficienza respiratoria e due giorni dopo la coppia cinese respirava solo grazie a un ventilatore.

Le prime radiografie effettuate sui pazienti mostrano "opacità del vetro smerigliato". Gli spazi aerei nei loro polmoni si erano riempiti di liquido (pus, sangue o acqua). Come rivela lo studio, è stato anche rilevato un fenomeno chiamato "pavimentazione pazza", che indica un ispessimento del setto e del setto intralobulare, che può inibire le prestazioni. Le sacche piene di liquidi o muco nei polmoni possono aggravarsi con lo sviluppo della malattia giorno dopo giorno. Lo studio ha anche scoperto che i vasi sanguigni che trasportano il sangue dal cuore ai polmoni per ossigenarsi si stavano allargando (ipertrofia) causando grandi difficoltà respiratorie. Un fatto probabilmente correlato all'eccesso di sangue nei vasi polmonari (iperemia) causato dall'infezione virale.

"I modelli polmonari in entrambi i pazienti sono caratterizzati da ipertrofia dei vasi polmonari, che sono aumentati di dimensioni, in particolare nelle aree con danno interstiziale più pronunciato", hanno spiegato i ricercatori. "Questa nuova evidenza radiologica - hanno continuato - suggerisce un diverso modello di coinvolgimento polmonare rispetto a quelli osservati nelle altre infezioni note gravi causate da coronavirus (Sars e Mers)".

La coppia cinese, ricoverata dal 30 gennaio nell'Istituto romano, è ora guarita. Dopo diverse settimane in rianimazione, i due pazienti di Wuhan sono risultati negativi al Covid-19 ed trasferiti in reparto per essere tenuti sotto osservazione.

Lo studio dei ricercatori dello Spallanzani - che verrà pubblicato sull'International Journal of Infectious Diseases - si è basato sulle radiografie e le immagini della Tac contenute nelle cartelle cliniche dei due, ora guariti.

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