Svolta omicidio Scopelliti: trovata 27 anni dopo l'arma del delitto

Il giudice Scopelliti era stato ucciso in un agguato il 9 agosto del 1991, colpito alla testa con due colpi di fucile

Svolta omicidio Scopelliti: trovata 27 anni dopo l'arma del delitto

È stata ritrovata nel Catanese l'arma con la quale, il 9 agosto 1991, fu ucciso il giudice Antonino Scopelliti, assassinato in un agguato mafioso, mentre viaggiava nella sua auto a Campo Calabro, in provincia di Reggio Calabria.

Chi era Antonino Scopelliti

Numerosi i casi di cui si era occupato nel corso della sua carriera, essendo diventato sostituto procuratore della Suprema Corte di Cassazione: prima il processo Moro, poi quello per la strage di piazza Fontana e quello per il sequestro di Achille Lauro, fino al processo per la strage del Rapido 904. Nel 1991, il giudice stava preparando il rigetto dei ricorsi in Cassazione di alcuni boss mafiosi, condannati durante il maxi processo contro Cosa Nostra, messo in piedi da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per questo motivo, le associazioni mafiose tentarono prima di corrompere Scopelliti e poi, dato il rifiuto del giudice, organizzarono l'attentato.

L'attentato e le indagini

Erano da poco passate le 17 di quel 9 agosto 1991 quando, sulla strada che dal mare porta al certro abitato di Campo Calabro, il giudice venne intercettato dai suoi assassini. Si sentirono due colpi di fucile ravvicinati, che colpirono Scopelliti alla testa, uccidendolo. A sparare, con fucili calibro 12 caricati a pallettoni, probabilmente due uomini a bordo di una moto. È altamente probabile che il giudice venne assassinato dalla 'ndragheta, su richiesta della mafia siciliana, dato che avrebbe dovuto rappresentare la pubblica accusa al processo contro i boss di Cosa Nostra. Nel 1996, il tribunale di Reggio Calabria, aveva condannato Totò Riina all'ergastolo, con l'accusa di essere il mandante dell'omicidio ma, due anni dopo, la corte d'Appello aveva ribaltato il giudizio. Il delitto, quindi, risulta ad oggi ancora senza un colpevole né un mandante. Nel 2012, però, la Direzione distrettuale antimafia aveva raccolto le dichiarazioni di alcuni pentiti, che avevano confermato la collaborazione tra mafia calabrese e siciliana.

La svolta

Oggi, durante l'annuale commemorazione, a Piale, davanti alla stele dedicata ad Antonino Scopelliti, il procuratore capo della Dda, Giovanni Bombardieri, ha annunciato il ritrovamento dell'arma del delitto: "Abbiamo raggiunto e aggiungiamo un tassello importante alle indagini. A seguito di un'attività mirata, riteniamo di aver rinvenuto e sequestrato l'arma con cui è stato assassinato il consigliere Scopelliti".

Per il momento, però, non verrà detto nient'altro sui possibili sviluppi della vicenda. Il ritrovamento dell'arma è avvenuto alcuni giorni fa, ma è stato reso noto solo questa mattina, "per rispetto alla memoria del collega e della sua famiglia".

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