La politica è fatta di svolte e controsvolte e capitano pure inversioni a U. È presto quindi per trarre conclusioni e fare previsioni, ma certo quello che è accaduto ieri è una svolta. Dopo anni di scontri e incomprensioni, maggioranza e opposizione hanno convintamente votato insieme la legge sullo scostamento di bilancio, che è molto importante perché unisce scelte di finanza pubblica e di linea politica. In pratica, quanto debito in più fare rispetto al previsto e dove allocare le risorse.
A questa inedita «unità nazionale» si è arrivati certamente su pressione del presidente Mattarella, stufo di inconcludenti liti politiche, ma il merito di aver ideato e portato a termine l'operazione è di Silvio Berlusconi e di un'azione preparatoria di Forza Italia, cosa riconosciuta ieri pubblicamente sia da Conte sia dai leader della sua coalizione. Il Cavaliere è infatti riuscito in un'impresa sulla carta impossibile: convincere i partiti di maggioranza ad accettare le proposte economiche del centrodestra, fino a ieri ignorate (tregua fiscale e consistenti aiuti ai lavoratori autonomi e alle partite Iva), e contemporaneamente convincere sia Matteo Salvini sia Giorgia Meloni a votare su questo a favore dell'arcinemico governo Conte.
Fino all'ultimo si è temuto che l'operazione saltasse, vuoi per l'imbarazzo di Conte a riconoscere un ruolo politico alle opposizioni, vuoi per le paure di Lega e Fratelli d'Italia di passare come quelli che inciuciano con Pd e Cinque Stelle. Alla fine ha vinto il buon senso: il centrodestra resta unito (Berlusconi per fare questa operazione era disposto a rompere il vincolo di alleanza e votare da solo a favore del governo) e Conte per la prima volta ha riconosciuto, nella sostanza, un ruolo politico alle opposizioni.
Nel linguaggio della politica questa è appunto una «svolta». Non più l'uomo solo al comando barricato nel bunker di Palazzo Chigi, non solo una maggioranza fragile e litigiosa a sostenerlo a tratti in modo poco convinto, bensì un Parlamento che di volta in volta, a prescindere dagli schieramenti, valuta le cose e decide di conseguenza, com'è logico che sia in tempi emergenziali.
Siamo all'inciucio? Non direi. È l'anticamera di un rimpasto di governo? Spero, ma non credo.
Un commissariamento di Conte? In parte sì. È la fine del centrodestra a trazione Salvini? Nei fatti non lo è stato. E allora che diavolo è? Quando Berlusconi scende in campo in forma tutto è possibile. A volte anche l'impossibile.
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