Il Consorzio Tap è un vero e proprio rullo compressore sui terreni pugliesi da cui passeranno i tubi del Gasdotto Trans-Adriatico. E’ già stato espropriato l’85 per cento dei terreni interessati al progetto, tra Melendugno e Vernole in provincia di Lecce. Totale della spesa finora sostenuta dal consorzio 1,8 milioni di euro.
Anche il Governo, però, ci mette del suo per spianare la strada al progetto Tap e lo ha fatto pochi giorni fa con un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico di “asservimento e occupazione temporanea dei suoli” per quanto riguarda quegli appezzamenti su cui non si è trovato un accordo per trasferirli al consorzio (il 15 per cento dei terreni). La decisione del Mise è gravosa per i proprietari terrieri perché riconosce l’indennità, ma a loro carico rimarranno tributi e oneri gravanti sui fondi.
Il tutto deve essere fatto entro il 16 Maggio, data di apertura del cantiere per stare nei tempi dettati da Bruxelles.
Resta, però, un nodo fondamentale, quello degli ulivi, simbolo della regione Puglia. Se da un lato il ministero dell’Ambiente ha prescritto lo spostamento della vegetazione arborea, ad esclusione degli ulivi, e lo smantellamento e il ripristino dei muri a secco prima dei lavori, dall’altro lato rimane il problema dell’espianto di 231 alberi d’ulivo che dovranno, successivamente, reimpiantati, consentendo l’avvio dei lavori. Lo spostamento è stato consentito dal ministero delle politiche agricole, ma la Regione non ha sciolto la riserva dell’autorizzazione dell’espianto.
Problema nel problema, il destino degli alberi colpiti dalla xylella che potrebbero essere spostati se la Regione dovesse dare l’ok. Questo ha creato qualche mal di pancia nel Movimento cinque stelle perché, secondo indiscrezioni rilanciate dal consigliere regionale Antonio Trevisi, il via libera potrebbe arrivare e questo significherebbe che “il presidente Emiliano sta facendo il doppio gioco: da una parte dichiara la sua contrarietà alla localizzazione di San Foca (Lecce), ma dall’altra non sta facendo nulla, dimostrando così un atteggiamento succube delle lobby che sono dietro il progetto Tap”.
Emiliano si è dichiarato “addolorato” per “la superficialità con la quale si tende a privilegiare l’attacco personale e partitico alla battaglia comune per la salvaguardia dell’ambiente. Trevisi dimentica che tutte le procedure di cui parla non sono influenzabili dal presidente della Regione e dagli organi di indirizzo politico, perché se tanto avvenisse si tratterebbe di ipotesi di reato di abuso in atti di ufficio.
Resta, però il fatto che il governo continui a usare la spada per tagliare i nodi del caso Tap e la Regione resta a guardare.
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