Per il Tar è lecito spiare il conto dell'ex marito

La sentenza storica del Tar marchigiano: ora le mogli potranno chiedere all'Agenzia delle Entrate quanto guadagnano gli ex

Per il Tar è lecito spiare il conto dell'ex marito

È destinata a fare scuola, ma anche a far discutere, la sentenza emessa lo scorso 25 ottobre dal Tribunale amministrativo regionale delle Marche che a sorpresa ha sancito il diritto per le mogli di sapere quanto guadagnano gli ex partner.

In barba alla privacy, il Tar di Ancona ha stabilito che in una causa di separazione non serva l’autorizzazione del giudice per fare i conti in tasca agli ex. I giudici, infatti, hanno accolto il ricorso di una donna lasciata dal marito, che in sede di divorzio, per ottenere l’assegno di mantenimento che l’uomo si rifiutava di corrispondergli, adducendo come motivazione l’improvviso peggioramento delle sue condizioni economiche, ha chiesto di poter verificare i suoi redditi. La richiesta, però, come ricostruisce il Resto del Carlino, è stata negata dall’Agenzia delle Entrate di Macerata, a cui la ex moglie si era rivolta per appurare quale fosse lo “stato reddituale” dell’uomo.

L’ente ha negato l’accesso agli atti, chiedendo l’autorizzazione di un giudice. Ma secondo il Tar di Ancona il placet dei magistrati non sarebbe necessario perché è la stessa Costituzione a garantire “la tutela dei diritti” per ciascun cittadino. Per l’avvocato della donna, Andrea Agostini, intervistato dal quotidiano bolognese, la sentenza in questo modo renderà più semplici e snelle le cause di separazione e divorzio. Non serviranno più infatti, autorizzazioni da parte dei giudici e neppure esborsi per incaricare eventuali investigatori al fine di accertare il patrimonio degli ex coniugi o i beni a loro intestati che possano configurarsi come oggetto di pignoramento. Una rivoluzione all’insegna della trasparenza che, chiarisce ancora l’avvocato intervistato dal Carlino, riguarderà non solo i redditi dell’ex partner ma “qualsiasi documento” utile a definire la sua posizione.

Ottenere questo tipo di documentazione, grazie al pronunciamento dei giudici anconetani, sarà possibile attraverso un semplice accesso agli atti all’Agenzia delle Entrate. Da ora in poi, quindi, non sarà solo il fisco a poter spiare i conti correnti, ma anche gli ex coniugi che potranno agevolmente ottenere, senza l’autorizzazione del giudice, gli estratti conto da utilizzare in sede dibattimentale per determinare l’ammontare dell’assegno di mantenimento o ottenerne il pagamento qualora l'altra parte si rifiuti di corrisponderlo.

Secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione, inoltre, il peggioramento delle condizioni economiche non basterebbe a giustificare quei papà che non riescono a provvedere al versamento il proprio contributo per il sostentamento dei figli. A meno che non versino in situazioni al limite della sopravvivenza.

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