È una delle regioni d'Italia che più soffre la mancanza d'acqua in questo primo scorcio di estate ma anche una delle più virtuose per essersi già rimboccata le maniche negli anni scorsi per far fronte al problema: parliamo dell'Emilia-Romagna dove la tecnologia aiuta gli agricoltori nel centellinare ogni singola goccia che dovrà far vivere le piante e le coltivazioni.
Cos'è la microirrigazione
Il 90% delle aziende della via Emilia, adesso, riesce a sprecare molta meno acqua con risultati migliori di quando si viveva in tempi di abbondanza: merito delle microirrigazioni, dei tubi "goccia a goccia" appena sotto il terreno così da bagnare "direttamente le radici e ridurre l’evaporazione, droni che individuano dall’alto le piante in sofferenza, sensori per misurare l’umidità del terreno: i nuovi strumenti ci permettono di dimezzare il consumo di acqua rispetto all’agricoltura tradizionale", ha spiegato a Repubblica Nicola Dalmonte, presidente del Consorzio di bonifica emiliano-romagnolo (Cer). Anche con questo metodo, però, i rischi siccità sono dietro l'angolo perché acqua non ce n'è più, e se manca il bene primario non c'è strategia che tenga.
"Agricoltura intelligente"
Secondo i dati nazionali ben il 40% del Prodotto interno lordo italiano viene dalla Pianura Padana: ecco perché va preservato e fatto vivere con tutti gli sforzi necessari anche durante un'emergenza così vasta e complessa. “L’agricoltura intelligente, un passo dopo l’altro, sta prendendo piede in Italia. Il nostro lavoro consiste nel migliorarci continuamente per risparmiare ogni giorno un po’ di più", spiega al quotidiano Raffaella Zucaro, direttrice di Acqua Campus. Insomma, la tecnologia diventa indispensabile perché in epoca di cambiamenti climatici e precipitazioni sempre più scarse, non è più possibile sprecare il bene primario che ci consente di vivere.
Nasce l'app ad hoc
Da questo punto di vista è nata anche Irrinet, un'app che contiene vari parametri che vanno dal meteo alla geologia del terreno, dalle mappe fornite dai satelliti a quelle dei droni e dei sensori all'interno dei terreni. L'agricoltore potrà così controllare, sul proprio smartphone, quanta acqua serve per quella data coltura ogni giorno, in modo tale da non aprire i tubi inutilmente. “Il servizio è gratuito, basta che l’agricoltore inserisca i dati del suo terreno e della coltura che intende portare avanti. Dall’Emilia Romagna Irrinet si è esteso ad altre quindici Regioni. In tutta Italia oggi copriamo 170mila ettari”.
"Irrigazione goccia a goccia"
Molti agricoltori utilizzano l'irrazione goccia a goccia che, grazie a sensori che arrivano fino a 70 cm sotto il livello del suolo, si può conoscere lo stato di salute delle radici. In questo modo non si evitano sprechi e si può monitorare quando è necessario aprire o chiudere i rubinetti. Tra l'altro, la quantità di acqua assorbita è del 70-80% più efficace di quella che avveniva con i metodi tradizionali. "Il costo iniziale dei tubi viene presto ammortizzato dalle riduzioni sulla bolletta idrica e su quella elettrica. Parliamo anche di migliaia di euro risparmiati a ettaro", afferma Dalmonte. Al momento, siamo costretti a importare molte di queste tecnologie da Israele ma molto presto avremo anche quelle made in Italy.
La criticità che molti non si aspettano, invece, non è dovuta al sistema o ai costi ma agli uccelli: infatti, i tubi goccia a goccia sono le "prede" preferite dai picchi che con il loro beccano riescono a romperli. In questo momento così difficile, però, si tratta davvero del problema più piccolo in assoluto.
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