Nelle immagini si vede benissimo quel fucile puntato verso il basso, una riproduzione fedele di un mitra M16, che Luca Campanile aveva con sé quando è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza. Molte le segnalazioni al 113 e qualche minuto di paura alla stazione Termini di Roma. Per poi scoprire che quel fucile era in realtà finto, un gioco del figlio.
Il 44enne di Anagni ha raccontato al Messaggero la giornata di ieri, cominciando dallo stupore quando la madre l'ha riconosciuto in televisione. "Dovevo andare dai carabinieri per spiegare", ha subito pensato Campanile, per chiarire quel gigantesco equivoco.
L'uomo, che di lavoro fa il pizzaiolo, di certo non si aspettava che quel fucile finto scatenasse la bagarre che si è vista ieri, ma pone l'attenzione su un fatto. "Sono entrato in stazione con quel giocattolo in mano, ma durante il tragitto nessuno mi ha fermato. Poi sono salito sul treno".
Le chiamate al 113 sono bastate a far scattare l'allarme per quell'uomo che si aggirava per la stazione con un fucile giocattolo, "un semplice regalo" che il figlio dei vicini di casa stava buttando e che Campanile aveva raccolto. Ma "per arrivare ai binari devi mostrare il biglietto". E nonostante avesse quel fucile bene in vista "solo una volta sul convoglio il controllore e un carabinieri hanno voluto verificare cosa stessi portando".
Tutto è finito
come doveva, in un attimo di paura e una risata. Tuttavia, mette in chiaro il 44enne, "se fossi stato un terrorista ne avrei combinate di cotte e di crude. Credo che il sistema di allarme non abbia funzionato molto bene".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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