Terremoto dell'Aquila, condannati membri commissione Grandi rischi

Ricordate il terremoto che rase al suolo L'Aquila nel 2009? Secondo la giustizia italiana poteva essere previsto. Condannati a sei anni tutti i membri della commissione Grandi rischi

Terremoto dell'Aquila, condannati membri commissione Grandi rischi

Dopo trenta udienze il giudice del tribunale dell’Aquila ha condannato a sei anni di reclusione i membri della Commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo 2009 sugli eventi sismici all’Aquila, rassicurando i cittadini. L’accusa aveva chiesto la condanna a quattro anni. La difesa aveva puntato, invece, sulla impossibilità di prevedere i terremoti, posizione sostenuta da diversi ricercatori internazionali. Nella sentenza di condanna il giudice ha disposto, a titolo risarcitorio, una provvisionale che sfiora i sei milioni di euro per le parti civili di cui oltre due milioni di euro immediatamente esecutiva.

Il giudice Marco Billi ha ritenuto i sette membri della commissione - l’organo tecnico-consultivo della presidenza del Consiglio, nella sua composizione del 2009 - tutti colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Ecco chi sono i condannati: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi rischi; Bernardo De Bernardinis, già vicecapo del settore tecnico del Dipartimento della protezione civile; Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia; Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti; Gianmichele Calvi, direttore Eucentre; Claudio Eva, ordinario di Fisica all’Università di Genova; Mauro Dolce, direttore Ufficio rischio sismico della protezione civile.

I pm: volevamo solo capire i fatti

"Non ci sono commenti da fare - dice il pm Fabio Picuti - se non quelli del giudice che ha letto la sentenza: tutto il filo conduttore del processo non era la ricerca di colpevoli, ma quella di capire i fatti, perché noi con il compianto procuratore capo, Alfredo Rossini, volevamo solo capire i fatti. L’Aquila - ha spiegato - ha consentito che si tenesse questo processo delicato e si arrivasse a sentenza".

Gli avvocati: ci saranno grosse ripercussioni

"Una sentenza sbalorditiva e incomprensibile, in diritto e nella valutazione dei fatti", ha detto l’avvocato Marcello Petrelli, difensore del professor Franco Barberi. "Una sentenza che non potrà che essere oggetto di profonda valutazione in appello".
"Questa sentenza avrà grosse ripercussioni sull’apparato della pubblica amministrazione. Nessuno farà più niente", ha evidenziato l’avvocato Filippo Dinacci, difensore dell’ex vicecapo della Protezione civile e attuale presidente dell’Ispra, Bernardo De Bernardinis, e del direttore del servizio sismico del dipartimento della Protezione civile, Mauro Dolce.

De Bernardinis: innocente davanti a Dio e agli uomini

Uno dei condannati, il professor De Bernardinis, commenta così la sentenza: "Mi ritengo innocente di fronte a Dio e agli uomini. La mia vita da domani cambierà, ma se saranno dimostrate le mie responsabilità in tutti i gradi di giudizio - ha aggiunto - le accetterò fino in fondo". "Il processo ha sviscerato molte cose che dovranno trovare conferma negli altri gradi di giudizio". Poi ha aggiunto: "Non c’erano le condizioni per fare scelte diverse, quelle erano le scelte che potevo fare. Io avrei voluto evitare non solo questi morti, ma anche quelli del ’94 in Piemonte e in Irpinia".

Boschi: sono avvilito e disperato

L'ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Enzo Boschi: "Sono avvilito, disperato. Pensavo di essere assolto. Ancora non capisco di cosa sono accusato".

I geologi: ingiuste accuse al mondo scientifico

Se la sentenza "dovesse riguardare la mancata previsione del sisma, ciò significherebbe mettere sotto accusa l’intera comunità scientifica che, ad oggi, in Italia e nel mondo, non ha i mezzi per poter prevedere i terremoti", ha detto il presidente del Consiglio dei geologi, Gianvito Graziano. "Tuttavia - precisa - penso che l’accusa non vertesse sulla mancata previsione del terremoto, bensì su un comportamento omissivo della commissione rispetto ad una situazione di rischio, sottolineando comportamenti non diligenti. Se di ciò si tratta - conclude il presidente dei geologi - è necessario leggere attentamente la sentenza per capire in cosa, esattamente, i membri della Commissione Grandi rischi abbiano
peccato".

Il sindaco dell'Aquila: vogliamo giustizia per il dopo

Quando nell’assemblea a piazza Duomo all’Aquila, convocata dal sindaco Massimo Cialente per parlare della restituzione delle tasse, è arrivata la notizia della sentenza è partito un lungo applauso. Cialente ha spiegato che "volevamo questa sentenza per capire, ma il dramma non si cancella. Il comune si era costituito parte civile per chiedere giustizia: ma ora la giustizia la vogliamo anche per tutto quello che è successo dopo il 6 aprile".

Pezzopane: finalmente giustizia

Stefania Pezzopane, che il 6 aprile del 2009 ricopriva la carica di Presidente della Provincia dell’Aquila, è soddisfatta: "Ci voleva coraggio e i giudici ne hanno avuto. Finalmente un po' di giustizia per L’Aquila. Avevo già denunciato l’inganno e la superficialità dei quali si era resa colpevole la Commissione Grandi Rischi. Oggi più che mai sento tutto il dolore per l’inganno che abbiamo subìto".

Schifani: sentenza imbarazzante

"È una sentenza un po' strana e un po' imbarazzante" per cui "chi sarà chiamato in futuro a coprire questi ruoli si tirerà indietro".

Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani a Porta a Porta la sentenza. "Bisogna vedere le motivazioni", ha aggiunto, sottolineando di augurarsi che da lì "emergano scelte inoppugnabili da
parte dei magistrati in questa sentenza".

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