Toninelli non apre i porti: "Ma accogliamo donne e bimbi"

Il ministro dei Trasporti: "Non serve chiudere i porti, Italia non coinvolta". E sui migranti: "Accogliamo donne e bimbi, ma è un problema di tutta l'Europa"

Toninelli non apre i porti: "Ma accogliamo donne e bimbi"

Mentre nel governo si infiamma lo scontro sull'eventualità di accogliere una parte dei migranti arrivati davanti alle coste di Malta con due navi dell'ong Sea Watch, il ministro dei Trasporti e volto noto del M5S, Danilo Toninelli, non apre i porti. Né - più correttamente - li chiude.

"Non ho emanato alcun decreto di chiusura dei porti perché non serve non essendo alcun porto italiano interessato alle operazioni e non avendo il Mrcc (Maritime rescue coordination centre) italiano coordinato i soccorsi", dice il ministro in un post sulla sua pagina Facebook, "Nessuna Autorità di sistema portuale italiana può arrogarsi prerogative che travalicano le sue funzioni amministrative. Darò mandato alle strutture del mio ministero di valutare eventuali accertamenti di natura disciplinare".

Toninelli si dice pronto "a dare una lezione all'Europa accogliendo donne e bambini a bordo delle navi Sea-Watch3 e Prof Albrecht Penck", ma rimanda la questione proprio a Bruxelles: "Tutta la Ue deve farsi carico del problema, a partire da Germania e Olanda, Paesi le cui bandiere sventolano sulle due imbarcazioni".

E punta il dito proprio contro le navi delle Ong che "come al solito, non hanno rispettato la legge del mare". "Addirittura la nave di Sea Eye ha mentito sullo stato del barcone dal quale ha prelevato i migranti, che non stava affatto affondando come da essa comunicato", spiega, "I due interventi sono avvenuti in acque Sar libiche. Toccava dunque a Tripoli agire.

Ma le due Ong hanno invertito la rotta, ora sono a ridosso delle coste maltesi ed è giusto che sbarchino lì, viste anche le condizioni del mare in peggioramento. Ma il caso è più che mai europeo, così come il fenomeno nel suo complesso. Questi sono i fatti e da qui bisogna partire".

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