Torino, albanese evade e accoltella il cognato egiziano

Il 45enne è in fuga dopo il tentato omicidio del cognato; le lamentele del sindacato di polizia penitenziaria, per bocca del segretario generale, dinanzi all’ennesimo atto di violazione del regime di semilibertà a Torino

Torino, albanese evade e accoltella il cognato egiziano

Ha fatto perdere le proprie tracce a Torino da due giorni Robert Uku, un albanese di 45 anni che ha violato il regime di semilibertà a cui era stato ristretto.

Due sere fa, infatti, dopo l’orario di lavoro, che svolge presso una ditta di Moncalieri, l’uomo non ha fatto più rientro in carcere, facendo scattare così l’allerta per il reato di evasione. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, la fuga sarebbe la conseguenza del tentato omicidio commesso ai danni del cognato, un uomo di nazionalità egiziana. Quest’ultimo sarebbe stato raggiunto dall’albanese nel suo appartamento in via Madonna delle Rose, nel quartiere Mirafiori, ed avrebbe subito un accoltellamento. Trasportato in ospedale, l’egiziano non sarebbe in pericolo di vita.

Il fuggiasco 45enne aveva subito il carcere per aver commesso una lunga serie di reati, legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, al possesso d’armi ed allo sfruttamento della prostituzione; ora si aggiunge per lui anche l’accusa di tentato omicidio.

A segnalare l’evasione Leo Beneduci, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria (Osapp), come segnalato dal portale “TorinoToday”. “Si tratta dell'ennesimo mancato rientro nel carcere di Torino di un detenuto in regime di semilibertà o in permesso premio.”, lamenta il segretario generale, che poi avanza una critica anche nei confronti della concessione e della gestione dei sopra menzionati regimi.

“A questo punto viene da chiedersi, vista la frequenza di tali episodi, se non sussista una qualche eccessiva facilità nella concessione di tali istituti, che in realtà dovrebbero servire ad agevolare un percorso di reinserimento sociale dei reclusi, mentre invece detti benefici sono utilizzati dai ristretti per interrompere la detenzione e probabilmente per riprendere la consumazione di quei reati che ne hanno determinato la carcerazione”.

Prosegue, nel frattempo, la caccia all’uomo da parte delle forze dell’ordine.

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