Sequestrata per una settimana all'interno di un'abitazione di Carmagnola (Torino), una 28enne è finita in ospedale con gli evidenti segni delle violenze subite, dopo il provvidenziale salvataggio da parte delle forze dell'ordine.
L'episodio risale allo scorso mese di giugno. Secondo quanto ricostruito dalla stampa locale, la vittima aveva raggiunto l'appartamento del suo aguzzino, dopo essersi accordata con lui su una chat per un incontro a sfondo sessuale a pagamento. Tuttavia la serata si è tramutata in un incubo, andato avanti poi per giorni.
Entrata in quella casa il 14, la donna vi è rimasta segregata fino al 20 di giugno. La trappola è scattata poche ore dopo il suo arrivo. Quando la giovane ha cercato di andarsene, una volta concluso il rapporto sessuale, l'uomo le ha sbarrato l'uscita, diventando improvvisamente violento.
Non solo. Quando ha compreso che la 28enne stava cercando di chiedere aiuto tramite il suo cellulare, se n'è impossessato, affidandolo successivamente ad alcuni conoscenti in modo tale che questi lo portassero altrove. Il tutto per ostacolare un eventuale tentativo di rintracciare la giovane da parte delle autorità.
Completamente inerme, la ragazza è rimasta col suo aguzzino per 7 lunghi giorni. Non si sa ancora esattamente cosa le sia accaduto in questo arco di tempo. Gli inquirenti si stanno proprio occupando di ricostruire quanto avvenuto fra le mura di quell'abitazione. Il 19 giugno è stata presentata una formale denuncia di scomparsa presso la stazione dei carabinieri di Torino Borgata San Salvario, che hanno immediatamente dato avvio alle indagini. Fondamentale la collaborazione di alcuni residenti, che hanno aiutato gli uomini dell'Arma a rintracciare la 28enne.
Quest'ultima, trovata il giorno dopo in stato di choc e con evidenti segni di percosse, è stata trasportata al pronto soccorso dell'ospedale San Lorenzo di Carmagnola, dove ha ricevuto le cure del caso. Per lei 10 giorni di prognosi.
Finito in manette, invece, il suo
carceriere, un 47enne del posto. L'uomo, accusato di sequestro di persona, si trova ora dietro le sbarre del carcere di Asti.Si indaga anche sul ruolo ricoperto dai suoi amici, ai quali era stato affidato il telefono della vittima.
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