Torino, magrebino evade dal carcere durante il permesso di lavoro

Con una pena da scontare dietro le sbarre delle Vallette fino a dicembre 2021, Otman Mirah non ha più fatto ritorno in cella, risultando ufficialmente un evaso

Torino, magrebino evade dal carcere durante il permesso di lavoro

Fuori per un permesso di lavoro, non fa ritorno dietro le sbarre del carcere Lorusso e Cutugno di Torino ed è dichiarato ufficialmente evaso.

Si tratta del marocchino di 26 anni Otman Mirah, detenuto dal 26 aprile 2017 dopo aver aggredito un connazionale ed avergli lanciato addosso dell'acido nel mercato cittadino di Porta Palazzo.

Quel capo di imputazione, che andava a sommarsi agli altri precedenti dello straniero, aveva comportato una condanna a 4 anni di carcere, che si sarebbe conclusa nel dicembre del 2021. Mirah, comunque, poteva usufruire di un permesso per motivi di lavoro, che gli consentiva di lasciare per qualche ora il carcere torinese delle Vallette. Per la precisione, il magrebino prestava servizio presso l'Amiat, società pubblica che si occupa di igiene e smaltimento di rifiuti per la città di Torino.

Il segretario generale dell'Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria Leo Beneduci lancia l'allarme."Se questa non è emergenza non sappiamo come altro definirla, visto che, rispetto a tali eventi non risultano particolari reazioni né in sede politica né in sede amministrativa. Come se ciò fosse assolutamente normale e comprensibile in un sistema penitenziario che invece fa acqua da tutte le parti. Un vero colabrodo", affonda il segretario, come riportato da "TorinoToday".

"Il ministro dei Cinque Stelle Bonafede non sembra rendersi conto che il problema della inefficienza delle carceri italiane non è solo quello legato alla possibile decadenza dell’ergastolo ostativo.", aggiunge Beneduci.

"Ma riguarda l’incapacità degli attuali vertici periferici e centrali dell’amministrazione penitenziaria di tenere e considerare e coordinare le necessità del sistema con la realtà delle molteplici emergenze che affliggono le carceri tanto da rendere maggiormente insicuri i cittadini".

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