Torino, parla una delle baby-escort: "Chi diceva no perdeva il lavoro"

Il racconto di una delle escort minorenni: "130 euro a rapporto ma chi andava a Montecarlo per i weekend coi vip ne prendeva anche 4mila"

Torino, parla una delle baby-escort: "Chi diceva no perdeva il lavoro"

"Vivo con i miei nonni, che hanno la pensione minima: era un problema anche far la spesa, volevo contribuire". In queste parole c'è tutto il dramma di Monica (il nome è di fantasia, ndr), una delle ragazze coinvolte nel giro di baby escort da poco sgominato dalla procura di Torino.

Intervistata da Repubblica, la giovane racconta di aver iniziato a prostituirsi a 17 anni, appena un mese prima di diventare maggiorenne. "Avevo conosciuto una ragazza che mi aveva raccontato di fare la cameriera in un "ristorante sexy" - racconta - Doveva servire ai tavoli e fare uno strip-tease. A me faceva schifo, pensavo che non sarei mai andata in un posto del genere."

Poi ricorda: "Una persona mi ha chiesto se volevo lavorare come ragazza immagine: diceva che non era un night ma c'era il palo, i divanetti e c'erano solo uomini. Mi dava 40 euro, dovevo solo ballare con top e pantaloncini". Poi le cose hanno iniziato a farsi più pesanti: Monica ha lasciato la scuola, il lavoro si è spostato in un altro locale con privè e vasche idromassaggio: "Era chiaro che avrei dovuto avere rapporti coi clienti - confessa - altrimenti avrei perso il lavoro: ero terrorizzata".

"Weekend a Montecarlo coi vip"

Quindi l'abisso della prostituzione: 130 euro a rapporto, di cui 30 all'intermediario, e poi i guadagni extra in occasione degli addii al celibato o dei weekend all'estero, magari nei paradisi dei vip come Montecarlo. "C'era di tutto ma io non andavo con chiunque - racconta - Piuttosto non guadagnavo tanto ma non andavo per esempio con quelli di una certa età. Ma ho subito capito che c''era anche un giro di persone importanti che però non passavano dal locale. C'erano ragazze che infatti uscivano prima per andare con loro. A me è stato proposto molte volte ma non era una cosa che mi piacesse. Non mi sentivo tanto sicura".

Non una ragazzina che si vendeva per comprarsi una borsa firmata o una ricarica telefonica.

"Ho accettato io di fare certe cose - riflette l'ormai ex baby escort - ma so che c'è chi ha guadagnato tanto sul mio lavoro. La gente penserà che io sia una ragazza facile, invece per me non è stato facile fare quella vita".

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