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Torna in cella il boss cui era stato cancellato l'ergastolo

Il boss era stato liberato nei giorni scorsi, perché la Spagna aveva concesso l'estradizione a condizione che l'uomo non venisse condannato all'ergastolo

Torna in cella il boss cui era stato cancellato l'ergastolo

È tornato in carcere il boss 58enne, liberato qualche giorno fa, a causa del mancato rispetto dell'accordo di estradizione. Domenico Paviglianiti, condannato all'ergastolo, aveva ottenuto la libertà dopo solo 23 anni di carcere, dato che l'Italia non aveva rispettato il patto con la Spagna, che nel 1999 aveva acconsentito ad estradarlo in Italia. Ma ad una condizione: il giudice non avrebbe dovuto infliggere all'imputato il carcere a vita.

Il boss della 'ndrangheta, accusato di sette delitti e tre tentati omicidi, commessi nell'ambito della guerra tra i clan Trovato-Flachi e Batti, era stato rimesso in libertà lo scorso 6 agosto. Il giudice di Bologna, infatti, aveva accolto il ricorso presentato dai legali del 58enne, disponendo che all'uomo venisse revocato l'ergastolo (che era stato applicato come risultato diverse condanne a più di 24 anni). La pena era stata ridimensionata a 30 anni di reclusione, ma il boss era stato subito liberato, perché andavano conteggiati 3 anni di indulto, 1.815 giorni di liberazione anticipata e 3 anni e mezzo da scontare in altro modo. Così, dopo 23 anni di carcere, Paviglianiti era potuto uscire dalla sua cella della casa circondariale di Novara.

Ma questa mattina, il boss è stato nuovamente arrestato e ricondotto in carcere.

La procura di Bologna, infatti, ha stabilito che una delle condanne si riferisse in realtà a fatti commessi dopo l'estradizione. Per Paviglianiti si sono riaperte le porte del carcere che, secondo il nuovo provvedimento, resteranno chiuse fino al 2027.

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