Tornerò a cantare per la mia Emilia ferita e orgogliosa

Stasera, dopo 43 anni, Caterina Caselli torna a esibirsi su un palco. Lo fa per il concerto di solidarietà per i terremotati organizzato a Bologna da Guccini e Carletti

Tornerò a cantare per la mia Emilia ferita e orgogliosa

Quello che andrà in scena questa sera allo stadio Dall’Ara di Bologna è un vero e proprio atto d’amore, una ca­rezza alla superficie rugosa e impazzita di questa nostra ter­ra emiliana.

Colpita, ferita ma non do­ma, questa nostra terra vuole rimettersi subito in piedi, tor­nare a vivere. Individualmen­te e tutti insieme come nella tradizione della socialità emi­liana. Tornare a generare quel 2% di prodotto interno lordo. È una terra generosa, che è stata e ancora è prodiga con la musi­ca italiana.

Per questo è stato facile al­l’inarrestabile Beppe Carletti riempire il cartellone di artisti emiliani. So­no certa che ne sarebbero arriva­ti tanti altri da tutto il Paese. E sono infatti già previste tante iniziati­ve alle quali tutti avranno la possibilità di partecipa­re: a settem­bre ci sarà un altro straordi­nario concer­to a Campovo­lo di Luciano Ligabue al quale parteciperan­no i più grandi artisti italiani, non necessariamente solo emi­liani.

Ma oggi è giusto così. È giusto che siamo noi a rispondere per primi. Per me che sono nata e cresciuta in quelle strade, che ho cominciato la mia carriera nelle discoteche e nelle balere di quelle città e paesi, dove anco­ra vivono mia madre, mia sorel­la e parti importanti della mia fa­miglia, non sarebbe stato possi­bile restarne fuori.

Ma non ho voluto solo esser­ci, ho voluto tornare a cantare per la mia gente, fra la mia gen­te, con gli amici che con me han­no condiviso quasi cinquant’an­ni di carriera. Ho voluto fare qualcosa di speciale, rimettere al lavoro le mie corde vocali irri­gidite dal poco uso, provare an­co­ra a emozionarmi e a emozio­nare insieme a Francesco Gucci­ni, con un suo pezzo ( Per fare un uomo ) che è stato un cavallo di battaglia mio e dei Nomadi nei lontani anni Sessanta quando c’era la voce unica di Augusto Daolio, volato via troppo pre­sto.

Questa iniziativa è già un gran­de successo per numero di bi­glietti venduti (oltre trentami­la) e per la somma che sarà rac­colta a favore dei nostri fratelli che in queste torride giornate di inizio estate stanno cercando di tornare a una vita normale.

A volte da un grande disastro nascono nuove speranze, si ac­cendono nuove energie.

Ecco, io voglio davvero sperare che da questo terremoto infinito e dal­la solidarietà che si è messa in moto possa rinascere non solo quel pezzo di Emilia, ma si ri­metta in moto tutto il paese. Per ricostruirsi più bello e più sicu­ro di prima, più forte e più consa­pevole che la natura vuole part­ner capaci di rispettarla senza ri­nunciare alla vita.

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