Sono giorni dalle temperature bollenti quelli di Agrigento e, se fosse solo per la stagione estiva, potrebbe essere tutto normale, ma così non è dal momento che a scaldare gli animi sono le vicende di cronaca legate all’arrivo dei migranti, con non pochi problemi di ordine pubblico. L’ultimo, in ordine di tempo, quello che si è verificato l’altra notte a Porto Empedocle. Qui è accaduto che numerosi turisti erano in attesa di imbarcarsi per il traghetto che li avrebbe portati nelle isole Pelagie dove avrebbero dovuto trascorrere qualche giorno di vacanza.
Ebbene, non solo l’imbarcazione è arrivata in ritardo rispetto all’orario previsto, ma non è nemmeno ripartita mettendo i turisti in serie difficoltà. Ė dunque generato il malcontento e non sono mancati i momenti di tensione. Da quella nave nel frattempo, venivano fatti scendere circa 300 migranti provenienti dall’hotspot di Lampedusa per essere trasferiti nella vicina tensostruttura allestita dalla Protezione Civile per le operazioni di accoglienza. Lo svuotamento del traghetto è avvenuto quindi nella tarda serata, subito dopo le cabine sono state sanificate ma, il mezzo non è più ripartito per come previsto: è rimasto ormeggiato, ufficialmente, per un’avaria al motore.
Ai turisti è stata data la possibilità di trascorrere la notte dentro l’imbarcazione. Una proposta non accolta volentieri dagli sfortunati protagonisti della vicenda ai quali l’idea di dormire nei posti fino a poco prima occupati dai migranti che avrebbero potuto essere anche colpiti dal coronavirus, ha suscitato non poca preoccupazione. Dunque in molti, fino a notte, hanno protestato per avere il rimborso dei biglietti. Il dialogo fra le parti ha generato momenti di tensione e sono dovute intervenire anche le Forze dell’ordine per riportare la calma.
Un episodio questo che mette in evidenza le criticità che il fenomeno immigrazione sta generando nell’agrigentino come in tutta Italia. I migranti continuano ad arrivare a Porto Empedocle e questo perché dall’altro lato, a Lampedusa, continuano in modo incessante i flussi degli sbarchi con diverse centinaia di migranti di diversa nazionalità ma in prevalenza tunisini.
In molti sono arrivati sull’Isola maggiore delle Pelagie risultando positivi al coronavirus o dentro l’hotspot o, nella maggior parte dei casi, nei giorni successivi, all’interno di altri centri di accoglienza, in altre città italiane. Casi di positività che hanno contribuito ad alzare il livello di quella curva che si era abbassata con non pochi sacrifici da parte degli italiani dalla scorsa primavera fino ad ora.Ma adesso tutto sembra
essere messo in gioco dai continui arrivi che non lasciano tregua agli amministratori locali che continuano a chiedere aiuto al governo. Ė stata la stessa Ida Carmina, sindaco pentastellato di Porto Empedocle, gli scorsi giorni a chiedere ancora una volta una presenza effettiva dello Stato sul territorio. Ad inizio di questo mese, in preda alla gravità della situazione, il primo cittadino aveva appellato “radical chic” i principali esponenti di governo.
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