Niente da fare per Marcello Dell'Utri: resterà in carcere, nonostante le gravi condizioni di salute in cui versa. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Roma, che ha respinto la richiesta di sospensione della pena presentata dai legali dell'ex senatore di Forza Italia. Dell'Utri si trova nel carcere romano di Rebibbia, dove sta scontando la pena di sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Soffre di ipertensione e diabete, è cardiopatico e lo scorso mese di luglio gli è stato diagnosticato un tumore alla prostata.
La richiesta di scarcerazione presentata dai suoi avvocati prevedeva la sospensione della pena per effettuare un ciclo di cure necessarie presso la struttura ospedaliera Humanitas di Milano. Il 7 dicembre scorso lo stesso tribunale aveva respinto l'uscita dal carcere, nonostante gli stessi consulenti della procura si fossero espressi per l'incompatibilità tra le condizioni di salute di Dell'Utri e il suo stato di detenuto. Ora arriva l'ennesima doccia fredda.
"Il diritto alla salute dovrebbe essere al di sopra della pena", aveva detto nei giorni scorsi Miranda Ratti, moglie di Dell'Utri. "Quando una persona è detenuta, lo Stato dovrebbe farsi garante della sua salute. Questo non avviene nel caso di mio marito e tanti altri detenuti. Lui è cardiopatico e diabetico, già da prima della condanna...nulla è stato montato per evitare la pena. Oltre a ciò gli è stato diagnosticato un tumore alla prostata. Non può farsi operare perché è cardiopatico e diabetico, quindi gli è stato consigliato di fare la radioterapia che però non può fare in carcere.
E un cardiopatico, che deve stare all'aria aperta, non può curarsi in strutture ospedaliere per detenuti perché sono chiusi. Può essere rieducativa una pena che va contro il senso di umanità? Mio marito non vuole essere graziato, vuole solo giustizia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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