Trovato il vaccino per la malaria, l'Oms: "Il momento è storico"

In Malawi, Ghana e Kenya è stato avviato un progetto pilota su 360mila bambini (i più colpiti dalla parassitosi) con il Mosquirix, approvato nel 2015. Gli scienziati, però, sarebbero già al lavoro per migliorare il farmaco

Trovato il vaccino per la malaria, l'Oms: "Il momento è storico"

È considerata una delle malattia più pericolose e letali al mondo, responsabile di circa 400mila morti l'anno in tutto il pianeta. L'ultima persona deceduta in queste ore per malaria, in Italia, è una giornalista di 44 anni che, tornata da un viaggio in Nigeria, aveva accusato febbre alta e inappetenza. Ma, secondo quanto riportato da Avvenire, la terapia per sconfiggere questo tipo di parassitosi potrebbe essere stata trovata.

Il primo vaccino in Malawi

Nel villagio di Tomali, nel sud del Malawi, Paese africano tra i più poveri al mondo, alcuni bambini, in queste ore, avrebbero ricevuto il primo vaccino della storia contro la malaria. E se il programma pilota, avviato anche in Kenya e in Ghana, dovesse funzionare, questo potrebbe significare una svolta nella cura di questa malattia. Perché, se è vero che al contrario dei normali vaccini, quello testato nei tre stati africani ha efficacia solo nel 40% dei casi, gli esperti sono comunque convinti che quella percorsa in Malawi potrebbe essere la strada giusta.

Oms: "Momento storico"

Secondo quanto riportato dal quotidiano, per l'Organizzazione mondiale della sanità si tratterebbe di un momento storico: "È la prima volta che parte un programma di vaccinazione pilota contro la malaria". Come segnalato, due terzi delle vittime di questa malattia, solitamente, sono bambini sotto i cinque anni e la gran parte dei contagi si registra nell'Africa sub-sahariana. In base a quanto ricostruito, l'Oms ha stimato che l'80% dei casi si verifica in India e in 15 Paesi africani, con la Nigeria al primo posto (luogo dal quale aveva fatto ritorno la giornalista 44enne di Agrigento morta nelle ultime ore).

Che cos'è il Mosquirix

Secondo alle ultime informazioni, ci sono voluti 30 anni per sviluppare il vaccino, che dovrebbe funzionare contro il più comune e mortale delle cinque specie di parassiti che provocano la malaria. Si chiama Mosquirix ed è stato prodotto da Glaxo-SmithKline con l'aiuto di un organismo no profit, Path's Malaria Vaccine Initiative. Il medicinale utilizza una proteina contenuta nel parassita nel tentativo di bloccare l'infezione a livello iniziale. A quel punto, il sistema immunitario del bimbo vaccinato dovrebbe riconoscere il parassita e produrre gli anticorpi necessari a debellarlo.

Come si diffonde la malaria

A diffondere il parassita che provoca la malaria sono le zanzare Anopheles: la loro puntura trasmette nel sangue, appunto, i parassiti che, se riescono a localizzarsi nel fegato, maturano e si moltiplicano prima di invadere i globuli rossi e comunicare a provocare i sintomi. È a quel punto che si rendono necessari medicinali che uccidano i parassiti. Gli scienziati, comunque, sono già al lavoro per arrivare a soluzioni migliori e ancora più efficaci oltre a quest'ultima terpia. Approvato nel 2015 dall'Oms, il Mosquirix è stato offerto nei tre Paesi pilota a 360mila bambini in quattro dosi, la prima delle quali a cinque mesi di età e l'ultima a due anni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, i sanitari sembrano positivi. Nel primo periodo di vaccinazioni, i casi di contagio si sarebbero quasi dimezzati.

Il contagio

Tra le persone ascoltate dal quotidiano in Malawi a cui è stato somministrato il vaccino, alcuni affermano di accusare i sintomi della malaria, come la febbre altissima e i dolori muscolari, almeno una volta all'anno e confermano di aver temuto per la loro vita e quella dei loro familiari in più di un'occasione. In base a quanto testimoniato dagli abitanti del Malawi, durante la stagione delle piogge, che dura cinque mesi, è molto difficile non subirne il contagio: vicino agli specchi d'acqua stagnanti, le zanzare si diffondono e si fanno portatrici della malattia.

Il problema degli ospedali

In base a quanto riportato, tra i problemi segnalati dal personale sanitario del Paese africano, parte della complessità nella cura della malattia sta nella distanza dei villaggi (spesso raggiungibili in quualche ora, magari a piedi o in bicicletta) dalle strutture ospedaliere.

Intanto, i medici provano a spiegare agli abitanti del villaggio che il vaccino non sostituirà i farmaci antimalarici o l'uso delle zanzariere, ma che sarà uno strumento in più per arginare il problema dei contagi.

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